Confesercenti: “Serve regolamento sagre”

L'associazione ha mandato un documento all'assessore regionale Alberto Cavalli: "Distinguiamo le feste popolari da iniziative commerciali".

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(red.) Confesercenti Regionale Lombardia avanza una progetto di legge per la regolamentazione di feste e sagre popolari.
L’associazione, spiega una nota, raccogliendo le innumerevoli e pressanti sollecitazioni che pervengono dalle imprese territoriali, ha sottoposto la scorsa settimana all’assessore regionale al Commercio, Alberto Cavalli, e a tutti i capigruppo consiliari in Regione, il documento con cui illustra la necessità di porre mano ad una regolamentazione delle manifestazioni che, sotto la denominazione di “sagre e feste popolari” hanno assunto il carattere di permanente offerta commerciale, in aperta e sleale concorrenza con le regolari attività di somministrazione alimenti e bevande.
“Di fatto”, prosegue il comunicato, “in questi ultimi anni la proliferazione di sagre, feste popolari, circoli privati e comitati vari ha subito un’incontrollata accelerazione: se da un lato questi eventi contribuiscono a rendere più vivaci le serate estive, dall’altro uno svolgimento indiscriminato degli stessi finisce con il danneggiare chi esercita tutto l’anno attività di ristorazione con passione, spirito di sacrificio e professionalità.
“Certo, non tutte le sagre sono così”, aggiunge la nota. “Molte assolvono in maniera esemplare al compito di promuovere storia e tradizioni, anche enogastronomiche, del territorio, così come ci sono quelle che svolgono un’importante funzione sociale per le esplicite e meritorie finalità benefiche. Anche e proprio al fine di preservare intatte tutte queste positività, è indispensabile introdurre delle regole nel settore che garantiscano un corretto svolgimento di questi appuntamenti”.
“A fronte di una situazione da troppo tempo ormai “fuori controllo””, conclude la nota, “Confesercenti Lombardia ribadisce quindi l’esigenza di predisporre un nuovo strumento normativo che consenta di distinguere fra iniziative promosse da onlus, pro-loco, parrocchie, partiti politici e quelle organizzate da altri soggetti che, di fatto, rappresentano vere e proprie “aziende ombra” della ristorazione”.

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