Massetti: “Imu, gli artigiani la pagano”

Il presidente di Confartigianato boccia la riforma dell'imposta sulla casa. "Nel 2012 le imprese bresciane hanno pagato 290 milioni di euro".

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(red.) «Da tempo andiamo dicendo: se si abolisce l’Imu sulla prima casa a pagare non siano ancora le imprese».  Inascoltati? «Praticamente sì».
Parola di Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia. E la conferma è una vera e propria doccia fredda: «Le piccole imprese
restano penalizzate. Il governo cancella la tassa sulla prima casa, ed è un provvedimento che potrebbe favorire il rilancio dell’edilizia e di tutta la filiera del mercato immobiliare, dopo anni di recessione profonda, ma la tassa è mantenuta su capannoni, negozi, laboratori e botteghe. I beni strumentali», prosegue Massetti, «sono equiparati a immobili di lusso. Una scelta che non aiuta le aziende di minori
dimensioni nell’affrontare un autunno caldo. La deducibilità al 50% è un primo passo, positivo ma non risolutivo, ma in generale l’impatto è piuttosto contenuto. Nella riforma dell’Imu manca quell’elemento che secondo noi andava assolutamente tenuto presente, e cioè la necessità dell’esonero dalla tassa sugli immobili produttivi.»
Già l’Imu pagata da imprese e artigiani a Brescia nel 2012 è raddoppiata con il passaggio dalla vecchia Ici, comportando un aggravio ormai intollerabile che va da un minimo del 30% sino a superare in alcuni casi il 150%, con un rincaro medio del 77%. L’aliquota media applicata in provincia di Brescia del 10,6 per mille è già la più alta dell’intera Lombardia. In totale, il versamento dell’Imu 2012 è costato alle imprese bresciane qualcosa come 290 milioni di euro.
«E ora il rischio concreto è che abolita l’Imu sulla prima casa questo gettito possa raddoppiare proprio ai danni delle imprese. Un aggravio intollerabile, soprattutto per le imprese più piccole.»

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