Cgil: “Abolizione Imu, ingiustizia sociale”

Il sindacato bresciano, con Federconsumatori e Sumia, contesta la scelta del governo. "Così le case popolari sono uguali alle ville miliardarie. E nessuno pagherà".

(red.) «Non credevamo, ma arriva l’ennesima “buona notizia di ingiustizia sociale” che rovescia ogni nostra convinzione: le prime case di abitazione sono tutte uguali».
Per Cgil, Sunia e Federconsumatori di Brescia, l’abolizione dell’Imu non è affatto una buona notizia. «Le case popolari», si legge in una nota, «sono uguali alle ville miliardarie e ai casolari di lusso; le civili abitazioni sono uguali alle ville fronte mare. E così nessuno pagherà l’Imu. Né chi vive con 1.000 euro al mese in 50 mq di casa popolare, né chi di euro ne guadagna centinaia di migliaia ed ha un’abitazione di 200 o più mq. Ma l’abolizione dell’Imu tout-court (solo sulla prima casa) significa un grandissimo regalo alla rendita e ai possessori più ricchi, mentre si fa solo elemosina ai proprietari di case economiche e popolari – gli uni più ricchi risparmiano 2 miliardi di tassa all’anno, gli altri più poveri solo 200 milioni annui – proprio un bel risultato».
Secondo Cgil, Sunia e Federcomsunatori, esiste una drammatica penuria di risorse pubbliche da destinare alla socialità e al lavoro. «Questa scarsità di risorse ha un nome solo: evasione ed elusione fiscale-impositiva-contributiva immobiliare. E che fa il governo (su istigazione del PDL) per durare un po’ di più? Estende i privilegi a chi urla più forte e penalizza i ceti popolari. Dall’Imu andavano esentati i redditi medio-bassi dei lavoratori e dei pensionati e le civili abitazioni, mentre si sono solo estese le regalie fiscali ai più fortunati e ai privilegiati. Per noi tutto ciò è inaccettabile e spiace constatare che la decisione alla fine è stata condivisa anche da forze politiche che dovrebbero possedere una radicata sensibilità sociale».
Il timore, ora, è che le nuove tasse ed imposte (service tax – tares – accise sui carburanti) siano applicate in modo ancor più iniquo rispetto all’Imu, alimentando sofferenze sociali ed emergenza sfratti. «Questione che attende da tempo l’adozione da parte del Governo di un provvedimento di sospensione pena un’esplosione ingovernabile sul piano della coesione sociale e dell’azione delle Amministrazioni comunali, nel futuro più immediato. Anzichè l’abolizione dell’IMU con il rischio di nuove tasse più inique, sarebbe facile proteggere e tutelare il bene casa in modo equo per milioni di italiani accompagnando la decisione con  una lotta serrata all’elusione impositiva: case fantasma, falsa ruralità di case diventate residenze di lusso, tipologie di immobili signorili (almeno il 7% del totale degli immobili) che sono accatastate come civili se non addirittura come popolari e quindi evadono l’imposta,ed infine milioni di immobili il cui valore immobiliare è almeno il doppio di ciò che è calcolato come rendita catastale.
I dati sono già a disposizione dell’Agenzia del Territorio e delle Autorità, ma al solito manca la volontà politica di colpire i (tanti) evasori, nonostante i bilancideiComuni e dello Stato vivano ancora una situazione precaria col rischio di far saltare servizi essenziali».

 

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