«Discriminato ed ora licenziato da Cogeme»

E' la denuncia di Simone Mazzata, per circa 20 anni segretario della Fondazione di Rovato, il quale, nei mesi scorsi, ha aperto una causa contro l'ente.

(red.) Simone Mazzata, ex segretario della Fondazione Cogeme, è stato licenziato. La lettera è giunta dopo che nei mesi scorsi, l’oramai ex dipendente aveva aperto una causa civile contro la utility di Rovato presso il Tribunale del lavoro di Brescia «contro la discriminazione» nei confronti di Cogeme e della stessa Fondazione».
Mazzata aveva denunciato, sostenuto dalla Cgil, di essere stato sollevato dall’incarico di segretario della Fondazione perchè «non in linea con la Lega, subentrata dopo la vittoria alle recenti amministrative». Al suo posto è stata nominata Alessandra Tabacco. L’ex segretario della Fondazione, in Cogeme  per circa vent’anni, ha inviato una lettera ai 70 Comuni bresciani e bergamaschi azionisti di Cogeme, spiegando il proprio punto d vista sulla vicenda.
«Quello che è capitato a me è emblematico. Ho lavorato per circa 20 anni in Cogeme come comunicatore d’azienda. Su mandato di Cogeme, ho creato e gestito, con competenza e passione, la Fondazione Cogeme che, come ben sa, è riuscita in questi anni a promuovere importanti progetti di sostenibilità per il territorio, coinvolgendo numerose comunità locali, ottenendo apprezzamenti e alti livelli di immagine,  e attivando sistemi di relazione con gli operatori privati».
«Ebbene- spiega Mazzata nella missiva-  qualche mese fa si insedia la nuova dirigenza in Cogeme e subito iniziano i guai. I corridoi sussurrano che la Fondazione sarà presieduta da un alto esponente leghista e che, anche per la direzione, la scelta cadrà su un esponente di quel partito. Detto fatto. La profezia si avvera e io, dall’oggi al domani, vengo rimosso dall’incarico di segretario/direttore. Al mio posto arriva una persona di sicura fede… naturalmente lautamente retribuita».
«Nessuna comunicazione ufficiale, nessun ordine di servizio, ma la sistematica esclusione da quelle che restano le mie residue competenze in Cogeme. Da qui la mia scelta, direi obbligata, di fare causa al mio datore di lavoro per discriminazione».
Ma non basta, come spiega l’ex dipendente: «Qualche giorno fa mi è stata consegnata la lettera di licenziamento anche da Cogeme. La motivazione è risibile: dal momento che i servizi di comunicazione (che evidentemente servono) sono appaltati all’esterno, non c’è bisogno di un comunicatore dipendente. Quindi via: cacciato dall’oggi al domani».
«Non male per una società pubblica che si è data un codice etico, che stila un bilancio di sostenibilità e che a parole dice che i dipendenti sono “risorse preziose”» stigmatizza Mazzata che sottolinea che la «palese ingiustizia di cui sono stato oggetto deve essere conosciuta dagli azionisti, perché rappresenta qualcosa che non si era mai visto e tollerato. Da oggi tutti i dipendenti del Gruppo sapranno che, al di là delle loro capacità e del loro impegno, potranno in ogni momento essere gettati via, se non utili a qualche disegno di potere».
«Farò fino in fondo la mia battaglia personale in tutte le sedi opportune per vedere ristabilita la mia dignità di uomo e lavoratore, calpestata nel peggiore dei modi» conclude la lettera. «Altri si stanno muovendo anche sul fronte parlamentare, giudicando quanto è successo una cosa indegna nel nostro Paese, mentre constato fin d’ora con amarezza, a parte i numerosi attestati di stima privati, che nessun sindaco ha ritenuto a oggi mostrare la propria indignazione per tutto questo».

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