“Ono San Pietro, una tragedia evitabile?”

Sulla drammatica morte dei fratellini di 13 e 9 anni, Andrea e Davide, per il cui decesso è indagato il padre, è intervenuta Piera Stretti della Casa delle Donne.

(red.) Sulla tragica vicenda dei fratellini di Ono San Pietro, Andrea e Davide, 13 e 9 anni, morti nel rogo della casa del papà, Pasquale Iacovone, iscritto nel registro degli indagati per duplice omicidio volontraio aggravato e lui stesso ricoverato in gravissime condizioni al Centro Grandi Ustionati di Padova, con bruciature su oltre il 90% del corpo, è intervenuta, con una riflessione, Piera Stretti della Casa delle Donne di Brescia, il cui contributo pubblichiamo integralmente.

Ora chela sia pur tenue speranza che non fosse stato lui  a sopprimere i suoi “ piccoli eroi” sta per svanire, ora che non possiamo più difenderci dall’angoscia con l’incredulità, ora che i riflettori sul  caso di cronaca saranno presto pietosamente spenti, ritorniamo a  chiederci come possa accadere (maè già accaduto e accadrà ancora) che un padre concepisca uninsensato e lucido progetto di morte per infliggere- attraverso l’uccisione dei suoi propri figli – il più terribile dei mali alla loro madre.
Nonostante le testimonianze ci abbiano consegnatoin buona fede l’immagine di un padre che sapeva essere amoroso, non possiamo immaginarlo tale, poiché un padre che ama i suoi figli  ne rispetta la madre, non se ne fa persecutore; e se il suo tremendo atto finale è l’esito di un accumulo di rabbia, frustrazione, disperazione ma anche di delirant epianificazione, la domanda è: si poteva evitare?
Forse sì, tuttavia – fino  a quando il fragile senso di sé dei padri si aggrapperà alla convinzione di avere  titolo di proprietà sui figli,  finché  perdureranno i miti fondanti per cui  all’origine di tutti i mali degli uomini ci sono le donne,  finché queste ultime saranno di volta in volta santificate o denigratee mai considerate titolari dei diritti di libertà e capacità decisionale- ci saranno  padri che uccidono i propri figli,  mariti o ex mariti che uccidono la moglie o l’ex compagna,  uomini che uccidono le  donne…
Le carceri potranno riempirsi di stalker, ma le case continueranno ad essere prigioni e non ci saranno ordini di protezione o pene detentive capaci di salvaguardare le relazioni familiari ed affettive dalla violenza che troppo spesso vi si annida. Quasi sempre – e a maggior ragione quando gli esiti di questa violenza sono letali –  si tratta di violenza maschile, frutto e manifestazione dei rapporti di potere storicamente sbilanciati a favore degli uomini.
Che fare allora? Si invocano pene detentive severe ed immediate per i responsabili  di maltrattamenti, abusi e stalking e certo i tempi lunghi della nostra macchina giudiziaria e la carenza di strutturenon  tutelano in modo adeguato le vittime, tuttavia il cambiamento non può basarsi unicamente sulla repressione, deve invece fare della prevenzione il suo punto di forza.
Il Consiglio d’Europa sollecita i governi a ideare  programmiche – senza essere alternativi ad eventuali sentenze di condanna – siano volti ad incoraggiare negli autori della violenza l’adozione di un comportamento non violento, aiutandoli a diventare consapevoli delle proprie azioni ed ad assumersene la responsabilità in modo da  prevenireuna futura violenza.A questo proposito, in Italia come altrove, ai centri che si impegnano per la tutela e la protezione delle donne si stanno affiancando centri di ascolto e sostegno per uomini violenti.
Questo non basta però!
La prevenzione della violenza fra i sessi e nelle relazioni affettive ci impone di individuare per i nostri bambini e le nostre bambine percorsi educativi  inediti, da avviare precocemente: solo così, in  un futuro  che vorremmo non troppo lontano, un genitore amato non potrà trasformarsi nel carnefice dei propri figli, e gli uomini e le donne – anche se smetteranno di amarsi- non smetteranno per questo di rispettarsi.
Forse solo così le bare bianche dei due fratellini- portatrici di un dolore che l’inerme epiteto: “bastardo “ urlato dalla loro mamma contro l’ex marito e verso il nulla non può certo esprimere – non avranno raccontato unicamente l’epilogo di una tragedia annunciata e forse evitabile, ma a prezzo di uno strazio grande ci avranno orientato verso un cambiamento epocale.

 

 

 

 

 

 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.