Torri (Cisl): “Vendemmia, opportunità di lavoro”

Il segretario del sindacato risponde ad alcune polemiche sul numero esiguo del bando per la stagione 2013. "Bisogna sfruttare con coraggio tutte le possibilità di lavoro".

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(red.) «Rispetto ai tanti discorsi che si fanno su quanti, a causa della crisi, non riescono ad arrivare a fine mese e su quello che dovrebbe fare il Governo e poi l’Europa e poi non si sa più quale organismo internazionale, l’iniziativa della Fai Cisl di Brescia per far lavorare alla vendemmia in Franciacorta lavoratori disoccupati e in difficoltà economiche ha un grande pregio: quello della concretezza».
Il segretario di Cisl Brescia, Enzo Torri, interviene sul dibattito sorto attorno al bando, attivato proprio da Fai Cisl, per la vendemmia in Franciacorta 2013, a cui sono arrivate oltre 1000 domande per 400 posti. «Ma sono solo 400 posti, dice qualcuno, e la vendemmia di posti ne ha complessivamente 4000! E’ vero, ma meno male che almeno 400 famiglie tireranno il fiato. Sì, ma sono solo 800, forse 900 euro! E’ vero, per due settimane di impiego: è poco? Ma non sappiamo – insistono gli infastiditi dall’iniziativa della Fai Cisl – con quali criteri verranno scelti i 400 tra le 1000 candidature arrivate! Quello del massimo bisogno non è sufficiente? Ma è solo per disoccupati residenti in Franciacorta! E già, le vigne sono lì, e sarebbe assurdo vedere ridotta la possibilità di reddito per spese insostenibili di mobilità o di alloggio».
Secondo Torri, bisogna sfruttare con coraggio tutte le possibilità che i contratti offrono per creare opportunità di lavoro. «Le fantasiose accuse  hanno offerto lo spettacolo triste che danno certi attori in crisi di visibilità. Alla Fai Cisl va anche oggettivamente riconosciuto un altro merito: la riapertura della discussione sul tema del lavoro irregolare in Franciacorta».
Nel 2011, propio la Fai e la Cisl di Brescia richiamarono l’attenzione sull’utilizzo di manodopera, straniera e non, da parte di organizzazioni senza scrupoli che sfruttano le persone facendo leva sul loro disagio, con il risultato di offrirsi sul mercato con u n costo del lavoro irrisorio e di mettere in difficoltà le intermediazioni che applicano invece correttamente i contratti.
«E prima di far arrivare la denuncia ai mass media – lo dico a beneficio del presidente del Consorzio che si preoccupa più del danno d’immagine che dei problemi delle persone e delle aziende alle prese con la concorrenza sleale di chi ricorre al lavoro irregolare – abbiamo coinvolto le autorità ispettive e le forze dell’ordine.
Per questo, ribadita la bontà dell’iniziativa della Fai Cisl, non abbiamo problemi a condividere anche la proposta della Cgil per un tavolo tra sindacati, enti locali e Provincia finalizzato alla prevenzione di forme di reclutamento illegale della manodopera, strumento che in ogni caso non dovrebbe porsi in alternativa a tavoli di confronto in cui, sugli stessi temi, sono direttamente coinvolte le categorie. La legalità è sicuramente un terreno che unisce il movimento sindacale. Possiamo avere idee diverse sul percorso da seguire, ma l’obiettivo è comune».

 

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