Bordonali: “Croazia in Europa, servono limiti”

L'assessore regionale e consigliere comunale a Brescia si è detta preoccupata per il flusso di nuovi europei in arrivo. "Dobbiamo tutelare i lavoratori italiani".

(red.) L’adozione di un regime transitorio, che permetta di regolare l’afflusso in Italia dei lavoratori croati a partire dal 1 luglio.
E’ la richiesta avanzata al Governo dall’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali, già presidente del consiglio di Brescia e nuovo consigliere comunale della Lega. A  Roma, affiancata dall’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea, Bordonali ha messo in guardia sui rischi che si potrebbero correre con l’ingresso della Croazia nell’Unione europea.
“Non è possibile non tener conto della situazione di grande crisi occupazionale che stanno attraversando le nostre regioni”, spiega Bordonali, “e pertanto sarebbe assurdo non mettere dei paletti. D’accordo con i colleghi del Veneto, già venerdì 14 giugno, presenteremo al Governo le nostre osservazioni”.
L’assessore Bordonali esprime anche “grande sorpresa e perplessità ” per l’atteggiamento tenuto da parti sociali, sindacati e rappresentanti del mondo dell’imprenditoria, che “si sono detti favorevoli invece alla completa liberalizzazione. E’ un atteggiamento del tutto inconcepibile e irresponsabile”; ha aggiunto, “chi lo spiega ai nostri giovani disoccupati, che crescono con un tasso vertiginoso? Sono loro che dovrebbero difenderli e invece sono i primi a sferrare un attacco frontale. A questa stregua,  chiediamo a gran voce che si faccia quanto già attuato con Romania e Bulgaria in occasione del loro ingresso nell’Unione europea. Germania, Francia, Paesi Bassi e Slovenia hanno già detto che adotteranno misure precauzionali, noi dobbiamo fare lo stesso”.

 

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