Cgil: “Case Erp non siano promesse elettorali”

Mercoledì il Comune ha fatto sapere che entro giugno saranno assegnati 201 appartamenti di edilizia popolare. Il sindacato: "Attenzione a tutte le esigenze"

(red.) Prospettive per l’edilizia sociale, purché non siano semplici promesse pre-elettorali.
Lo chiede la Cgil di Brescia, che, ricordando la promessa fatta il 3 aprile nell’ambito dell’incontro del Contratto di Quartiere con l’assessore alla casa Bianchini di una disponibilità di abitazioni per l’ERP di ben 201 appartamenti, da assegnare entro il prossimo giugno 2013. “Sorge nell’immediato qualche dubbio, dato il periodo pre-elettorale. Ma considerando”, si legge in una nota del sindacato, “le molteplici domande di accesso tutt’ora inevase, confidiamo nella conferma delle quantità e dei tempi prospettati, per aumentare la soddisfazione dei tanti bisogni abitativi presenti nel nostro territorio”.
La disponibilità sarà di 51 appartamenti nelle Case del Sole, 72 nelle Palazzine Sud (18 a canone moderato, 54 a canone sociale), 18 a Folzano, 8 in via Arici, tutte di proprietà di Aler, più 29 appartamenti in Via Diaz, 7 in Via Zappa e 16 a Folzano di proprietà del Comune. “In maggior numero si tratta di monolocali, bilocali, trilocali, che, a dire il vero, risentono di una progettazione sviluppata in tempi meno segnati dalla crisi, meno attraversati dalla necessità di favorire nuove solidarietà e forme diverse dell’abitare in economia, condividendo spazi e servizi, in particolare quando l’età rende più fragili. Soltanto 11 sono i quadrilocali, disponibili per nuclei familiari più numerosi o per condivisioni”.
L’assessore, nell’accogliere alcune richieste pervenute anzi tempo sul suo tavolo, tese ad evitare la formazione di “ghetti” nell’assegnazione riservata ad una popolazione più povera e spesso vittima di troppi disagi e difficoltà, ha presentato alcuni interventi ipotizzabili per favorire un adeguato mix sociale (obiettivo fortemente sostenuto da Sunia e Cgil). “Si deve considerare anche l’attuale situazione socio abitativa, dove risultano appartamenti ERP più spaziosi, assegnati a suo tempo a nuceli familiari che nel tempo si sono svuotati e che ora rimangono abitati da anziani per lo più soli. Si tratta poi, secondo quanto prospettato dall’Assessore, di favorire: le richieste di cambio alloggio volontario; la possibilità di prevedere un bando speciale per categorie aggiuntive a quelle previste dal regolamento regionale (coniugi separati con figli o giovani in cerca di autonomia);  la destinazione di alcune unità abitative (art.30 regolamento 1/2004) per periodi temporanei, a particolari categorie quali studenti, lavoratori fuori sede, coniugi separati; in ultimo, nell’ambito della riserva prevista dalla normativa regionale, la destinazione di alcuni appartamenti alle forze dell’ordine”.
A titolo informale,Bianchini avrebbe anche riferito di essere alla firma il Bando per la vendita della Torre Tintoretto, con permuta possibile di nuove unità abitative da destinare all’edilizia sociale. “Sunia e Cgil, nel registrare positivamente il passo indietro della Giunta sul destino della Tintoretto e del suo abbattimento, con forte penalizzazione del patrimonio edilizio pubblico a Brescia, hanno ribadito in particolare: la necessità di declinare i criteri di individuazione delle categorie cui destinare riserve e bando speciale, guardando in particolare a giovani studenti fuori sede, meritevoli e in difficoltà a sostenere i costi per la frequentazione dell’università; ai coniugi separati, non soltanto guardando alla povertà in cui cadono tanti padri separati, ma anche alle donne sole con figli a carico, troppo spesso fuggite da situazioni di violenza, come risulta dall’analisi delle situazioni di sfratto per morosità incolpevole”.
Secondo il sindacato, nei casi di “sottoutilizzo” degli spazi assegnati, ai nuclei interessati vanno offerti sostegni e/o contributi spese (ad esempio per il trasloco, ecc.), anziché penalità in caso di rifiuto come illustrato nella proposta. In ogni caso, CGIL e Sunia, considerando il significato della casa, anche in termini di sicurezza in età di maggiore fragilità, hanno dichiarato la propria contrarietà all’imposizione di trasferimenti obbligati a inquilini anziani, considerando il farsi carico degli anziani una questione di civiltà che va mantenuta in questa città. Mentre ritengono ipotizzabile proporre in alcuni casi di “sottoutilizzo”, forme di condivisione e nuove solidarietà in anni di pesante crisi sociale. Giudicano inoltre fondamentale che l’insieme delle propose e delle valutazioni, in primis quelle che tendono a favorire il mix e la coesione sociale all’interno dei caseggiati e dei quartieri, comporti la realizzazione e l’incentivazione di strutture di accompagnamento, senza le quali diventa impossibile assegnare alloggi con situazioni problematiche (nuclei di persone sole con famiglie numerose, anziani con giovani coppie, ecc.), e nello stesso tempo favorire convivenze positive.
“L’accompagnamento fin da subito deve accompagnarsi allo sviluppo di pratiche di ascolto, mediazione ed orientamento sociale, gestioni di caseggiato sobrie e di qualità, coinvolgimento in progetti virtuosi, qualificati momenti di aggregazione”.

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