A2A, revoca a Capra: interpellanza in Loggia

L'hanno presentata i consiglieri comunali di Pd e Sel. "Quali decisioni intende intraprendere la Giunta alla luce di un così grave danno economico?”.

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(red.) Sulla vicenda della sentenza Capra-A2A i consiglieri Comunali di Brescia Claudio Bragaglio, Emilio Del Bono, Federico Manzoni, Alberto Martinuz e Donatella Albini hanno depositato un’interpellanza nella quale si richiamano gli elementi essenziali che hanno riguardato la illegittimità delle decisioni assunte da A2A, ma proposte e decise dai Sindaci di Brescia e di Milano.
In particolare, si richiama il fatto che “la revoca dell’ing. Capra e di altri Amministratori sia avvenuta senza giusta causa e che la sentenza del Tribunale rigetta il principio dello spoil system, attivato dal Sindaco di Brescia e dal Sindaco di Milano, in qualità di azionisti di A2A, e motivato con il venir meno di un rapporto fiduciario di natura politica, dovuto al cambiamento della maggioranza del governo locale in Loggia, a seguito di elezioni”.
I consiglieri richiamano inoltre il ricorso al Tar promosso nel maggio 2009 e riguardante nello specifico anche l’inconsistenza e l’erroneità del riferimento al venir meno del “rapporto fiduciario” come motivo per realizzare una revoca  e come del tutto inopinatamente il Tribunale amministrativo di Brescia non si pronunciò allora nel merito, dichiarando la propria incompetenza.
A giudizio dei Consiglieri Comunali la decisione assunta dal Sindaco, on. Adriano Paroli, potrebbe configurare, anche in termini di ricaduta sul Comune di Brescia e sui cittadini bresciani, “un gravissimo danno economico ed erariale”.
Per queste ragioni, i Consiglieri chiedono al Sindaco “di conoscere le valutazioni di merito  sull’intera vicenda, alla luce della sentenza del Tribunale. Chiedono inoltre quali iniziative la Giunta intenda assumere, anche al fine di porre riparo alle decisioni illegittime prese allora, con riferimento anche alla ricaduta negativa sugli azionisti, nonché sullo stesso Comune di Brescia e la città per un così grave danno economico”.

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