Ascom: “Stop al Pgt e referendum popolare”

L'Associazione commercianti di Brescia chiede all'amministrazione la sospensione dell'iter del Piano e una consultazione sul tema dei nuovi centri commerciali.

(red.) Uno “stop” all’iter approvativo del Pgt e una consultazione popolare con referendum sul tema delle nuove superfici destinate al commercio in città.
Lo chiede l’Ascom di Brescia (associazione commercianti) attraverso il suo presidente Carlo Massoletti, molto critico sulla “direzione che il Piano ha pericolosamente imboccato, verso l’approvazione di ulteriori superfici commerciali dedicate alla grande e media distribuzione, in un contesto di indici di concentrazione distributiva fra i più elevati d’Europa”, che, secondo l’associazione di categoria, “mina le fondamenta del futuro economico del comparto commerciale e turistico”.
Favorendo i grandi gruppi multinazionali artefici della distribuzione più strutturata, secondo Massoletti si “depauperano e sfruttano le risorse economiche e sociali del nostro territorio a discapito del commercio tradizionale, soprattutto del centro storico, composto da piccole imprese familiari, che da sempre garantiscono occupazione, reddito e presidio sociale del territorio e della qualità di vita degli abitanti della nostra città”.
“Lo stress competitivo fra piccoli e grandi che si verrà a creare”, sottolinea il numero uno di Ascom, “sfocerà inevitabilmente nella chiusura di molti negozi della città che soccomberanno a causa di decisioni politiche e strategiche poco lungimiranti, rinforzate da una situazione economica profondamente preoccupante”.
Per questo i commercianti bresciano chiedono che il comune interrompa l’iter attuativo del Piano di Governo del Territorio e, con una “pausa di riflessione”, si effettui un approfondimento sugli impatti “che le decisioni da prendere potranno avere sul piano del commercio cittadino e più in generale del futuro della nostra città”.
“Chiediamo espressamente”, è l’appello di Ascom, “che l’Amministrazione comunale prima di decidere su una questione di tale rilevanza coinvolga anche i cittadini bresciani, attraverso una consultazione popolare a mezzo di un referendum sugli aspetti che impattano sull’offerta commerciale e i possibili sviluppi proposti, sull’ambiente e sulla viabilità derivanti dalle nuove strutture commerciali, e sulle conseguenze prettamente sociali per l’intera città.

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