Vendemmia, partenza sprint in Franciacorta

Merito di una primavera singolare dal punto di vista climatico, ma per parlare di qualità bisogna aspettare almeno 25 mesi. Produzione in calo rispetto al 2011.

(red.) La Franciacorta è in piena vendemmia, e, se il buongiorno si vede dal mattino, si può ben sperare.
Le premesse, infatti, secondo il Consorzio, sono ottime anche se i risultati si conosceranno almeno 25 mesi dopo la raccolta. I primi vigneti a essere vendemmiati, nei giorni scorsi, sono stati quelli localizzati sulle pendici meridionali del Monte Orfano a causa dove il un microclima favorevole  consente alle prime gemme di spuntare a fine marzo.
In questi giorni, poi, la vendemmia è a pieno regime: si è spostata verso i vigneti ubicati negli areali a nord-est di Monticelli e Ome, più tardivi (le prime gemme alla terza decade di aprile).
“Possiamo dire di aver visto una primavera singolare, dal punto di vista climatico, con alternanza di caldo e freddo seguito da caldo asciutto, patologie praticamente assenti ed anticipo del Pinot Nero con cui siamo partiti quest’anno”, ha spiegato Silvano Brescianini, vicepresidente del Consorzio Franciacorta con delega tecnica.
I tecnici del consorzio riferiscono poi che lo stato fitosanitario delle uve è eccellente. I primi riscontri analitici confermano la qualità dell’uva e dei mosti con un ottimale equilibrio zuccheri/acidità e pH sufficientemente bassi, come deve essere per la produzione del Franciacorta. A causa di qualche brusco abbassamento di temperature durante la delicata fase della fioritura primaverile, sono stati stimati carichi medi di 80-90 quintali per ettaro di uva vendemmiata atta a Franciacorta (Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero), confermati nei giorni scorsi dalle prime raccolte effettuate, su una superficie rivendicata di 2.800 ettari. Una sensibile diminuzione rispetto al 2011 che potrà portare ad un incremento della qualità, grazie anche alla riduzione delle rese di trasformazione delle uve in vino da 65 a 60 ettolitri per ettaro votata dall’assemblea dei soci del Consorzio lo scorso 3 maggio.
Per effetto della riduzione delle rese di trasformazione delle uve in vino votata dall’assemblea dei soci del Consorzio, un ettaro di Franciacorta quest’anno darà al massimo 7.600 bottiglie, rispetto alle 8.600 degli scorsi anni”, ha continuato Silvano Brescianini, “la pressatura ancora più soffice consentirà di ottenere vini base eleganti e complessi, potenzialmente più longevi, che potranno portare il Franciacorta ad un livello qualitativo ancor superiore. E’ comunque presto per parlare di qualità”.
La vendemmia in Franciacorta durerà ancora tra le due e le tre settimane. “Un tempo piuttosto lungo”, ha concluso Brescianini, “in relazione all’estensione territoriale della denominazione, dovuto però alla ricchezza di microclimi differenti che si riflettono sulle dinamiche di maturazione e sulla diversità dei vini base. Elemento di forza, questo, per ottenere cuvée di personalità che rappresentino le molteplici realtà produttive della Franciacorta”.

 

 

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