Piazza della Vittoria compie 80 anni

Inaugurata il 1°novembre del 1932 alla presenza del Duce, porta la firma dell'architetto Piacentini. Per realizzarla venne abbattuto il medievale quartiere delle Pescherie.

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(red.) Costruita fra il 1927 e il 1932 su progetto dell’architetto Marcello Piacentini attraverso la demolizione di una parte del centro storico medievale, Piazza della Vittoria, o, più nota ai bresciani, come Piazza Vittoria compie quest’anno 80 anni.
Venne inaugurata ufficialmente alla presenza di Benito Mussolini che, il 1°novembre del ’32, dall’arengario, tessè le lodi del manufatto e dell’ingegno bresciano.
Oggetto di forti polemiche e atti vandalici nel secondo dopoguerra, è un emblema di architettura e organizzazione urbanistica di epoca razional-fascista.
La piazza fu realizzata nel 1932 attraverso la demolizione dell’antica area medievale del quartiere delle Pescherie, il lembo meridionale del quartiere del Carmine che al tempo si estendeva fin lì, chiuso a est dai portici di Via Dieci Giornate. I problemi lamentati riguardavano la pessima qualità ambientale, estetica, sociale e igienico-sanitaria. Non mancavano, inoltre, i bordelli e le osterie e il tasso di mortalità per malattie era, in questa zona, il più alto della città.
Gli amministratori bresciani avviarono, nel 1927, un processo di rinnovamento globale del volto urbano, immediatamente sostenuto dalle alte gerarchie del governo e anche dallo stesso Duce. Venne indetto un concorso, vinto poi dall’ architetto romano Marcello Piacentini.
Nelle intenzioni, il suo progetto prevedeva una piazza che avrebbe eliminato i problemi legati al vecchio quartiere e, nello stesso tempo, la creazione di due strade che, intersecandosi perpendicolarmente, avrebbero velocizzato il traffico. Lo sventramento ebbe inizio nel 1929 e fu completato in meno di due anni.
L’opera costò complessivamente 83 milioni di lire e la spesa venne sostenuta a metà fra privati e comune di Brescia. In piazza svettava il Bigio, la statua di Arturo Dazzi rimossa nell’aprile del 1945 e che l’amministrazione attuale vorrebbe riportare alla sua originaria collocazione, così come ha fatto per la “Lodoìga”,  effige femminile che languiva nei magazzini comunali e che è stata riposizionata sotto i portici di Palazzo Loggia nello scorso novembre.
Durante i lavori per l’abbattimento e la ricostruzione di Piazza della Vittoria andarono perdute una serie di opere di valore soprattutto storico, ad esempio la stessa urbanistica medievale del quartiere e i suoi edifici caratteristici come il macello quattrocentesco e la romanica chiesetta di Sant’Ambrogio, rifatta nel XVIII secolo, e i resti della romana curia ducis.
Dagli scavi emersero inoltre importanti reperti e testimonianze del passato, in particolare sette ritrovamenti degni di nota: le fondamenta della cinta urbana tardo-antica (ora sotto il Palazzo delle Poste) e di una delle sue torri (davanti al palazzo), quelle di un palazzo ducale di età longobarda, tre resti di ponti o volti sul torrente Garza e la parete affrescata di una chiesa del XIII secolo a nord dell’angolo fra Corso Zanardelli e Corso Palestro. Dagli scavi effettuati poi nel 2008 per  la realizzazione della metropolitana di Brescia, sono state trovate nuovamente delle fondamenta di una delle torri delle mura di epoca medievale.
L’arengario dal quale si affacciò Mussolini il 1° novembre del ’32 è decorato da un ciclo di nove lastre marmoree lavorate a bassorilievo raffiguranti ognuna, in ordine cronologico, un momento o un personaggio saliente nella storia di Brescia, Appare anche la scritta, scalpellata via nel dopoguerra ma ancora leggibile, “Fascismo anno X” in riferimento al decimo anniversario dalla nascita dello stesso.

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