S.Giulia in fiamme, ma è un’esercitazione

Nel gioiello dell'Unesco una simulazione per imparare a trarre in salvo beni artistici in caso di calamità naturale. In campo un'ottantina di persone.

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(red.) Fiamme e fumo hanno invaso domenica gli uffici del Museo di Santa Giulia a Brescia. Ma l’incendio era una recita.
Prima in Italia nel 2009 a sperimentare un finto allarme nel Museo di scienze naturali, Brescia, nel gioiello dell’Unesco,  ha ripetuto l’esperienza. In campo, 80 persone tra Protezione civile, pompieri, Croce bianca, Polizia locale e associazioni di volontariato, coinvolte in una esercitazione per imparare a trarre in salvo beni artistici, oltre che persone, ovviamente, in caso di calamità.
“In questo caso avevamo a che fare con libri, stampe, gessi e bronzi”, ha detto il referente della Procivil comunale Gianmarco Pilia. “Per ogni materiale abbiamo una procedura specifica da seguire”.
“L’alluvione di Firenze e la sindone danneggiata mostrano come i salvataggi del patrimonio artistico siano cosa complessa, che rischiano di provocare danni più della calamità stessa”, ha spiegato il vicesindaco Fabio Rolfi, delegato alla protezione civile in città. “Servono competenze specifiche. Non tutto può essere salvato. Quindi bisogna creare un ordine di priorità delle opere e poi mettere in pratica impacchettamenti e spostamenti”.

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