Cultura in lutto, è morto il filosofo pensatore Emanuele Severino

Il grande pensatore è deceduto lo scorso 17 gennaio, ma la notizia è arrivata ieri. Decine di attestati di cordoglio.

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(red.) E’ morto Emanuele Severino. Il grande pensatore e filosofo, uno dei personaggi più illustri di Brescia, è deceduto lo scorso venerdì 17 gennaio all’età di 90 anni, ma la notizia è arrivata solo ieri, martedì 21, a funerali già avvenuti. Con la scomparsa di Severino, Brescia e il mondo della cultura perdono un grande punto di riferimento per un certo tipo di pensiero che era andato anche controcorrente rispetto alla consueta tradizione filosofica. Nato a Brescia il 26 febbraio del 1929, si era diplomato al liceo Arnaldo e dove ha conosciuto Esterina Mascialino che poi sarebbe diventata sua moglie, dandogli i due figli Federico e Anna. Si è laureato a Pavia nel 1950 discutendo una tesi su Heidegger e la metafisica. E già l’anno dopo era stato ammesso come docente in Filosofia teoretica.

Dal 1954 al 1969 ha insegnato ancora Filosofia all’Università Cattolica di Milano e ha iniziato a scrivere una serie di libri contro la dottrina ufficiale della Chiesa. Costretto a lasciare la Cattolica, era stato chiamato all’Università Ca’ Foscari di Venezia dove ha creato la Facoltà di Lettere e Filosofia. Dal 1970 è stato professore ordinario di Filosofia teoretica e ha diretto l’Istituto di filosofia fino al 1989. Poi gli insegnamenti di Logica, Storia della filosofia moderna e contemporanea e Sociologia. Nel 2005 l’università veneziana lo aveva proclamato professore emerito. Alla notizia della morte del grande filosofo bresciano sono arrivati centinaia di attestati di cordoglio dal mondo politico, economico e sociale. A partire dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono in rappresentanza di tutta la città.

“È scomparso un grande pensatore, uno dei più importanti filosofi del pensiero occidentale, ma anche un uomo dal carattere forte e coraggioso, capace di portare avanti le proprie idee con forza e libertà. Severino amava profondamente Brescia – dice il primo cittadino – una città che non ha mai lasciato e alla quale ha dimostrato più volte il proprio attaccamento. Questo non gli ha comunque impedito di farsi conoscere a livello mondiale, di diventare un punto di riferimento per generazioni di studiosi”. “Mi mancherà, incontrarlo era sempre emozionante. Ricordo anche che Severino – aggiunge l’assessore alla Cultura Laura Castelletti – aveva depositato i libri della sua biblioteca privata alla Queriniana per metterli a disposizione del pubblico. Aggiungo quest’ultimo gesto alle molte cose per cui dobbiamo ringraziarlo”. Altri messaggi sono arrivati dall’ex sindaco Paolo Corsini così come dal Centro teatrale bresciano.

“Il paradosso della morte di un eccelso filosofo, che ha messo al centro del suo pensiero l’impossibilità della morte, è di per sé un motivo di riflessione e approfondimento: evidenzia l’immortalità dello spirito dell’uomo. Abbiamo a tal punto apprezzato e condiviso le riflessioni di Emanuele Severino che il nostro teatro, il Centro TeatraleBresciano – si legge in una nota – ha celebrato meno di un anno fa il novantesimo compleanno di un simile e imprescindibile pensatore. Emanuele Severino è eterno, continua a essere con noi”. Altri attestati sono arrivati anche a livello nazionale dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e da quello della Regione Lombardia Attilio Fontana. E anche dal rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Michele Bugliesi in cui Severino, insignito come professore emerito, era stato docente di Filosofia teoretica per oltre trent’anni.

“Ci ha lasciati un grande protagonista del mondo della cultura e dell’accademia italiana e internazionale e uno dei nostri professori più amati” ha commentato il rettore. Tornando al bresciano, altri messaggi sono arrivati dall’Associazione di studi Ases che prendeva proprio il nome di Emanuele Severino. “Pur consapevoli della criticità della sua situazione, avevamo sperato che potesse partecipare alle prossime attività dell’Ases di cui è stato promotore a Brescia ed era presidente onorario. Ma oggi prevale il dolore – dice Claudio Bragaglio – insieme alla città a cui il professor Severino negli anni ha dato molto.

Con il suo pensiero critico che si è fatto anche vita civile, per molti imprescindibile, su vari temi, dalla filosofia, alle sfide della democrazia e della tecnologia. Con la ricerca, sempre, d’una ‘Struttura originaria’”. E anche la presidente di Ases Ines Testoni, che è docente di Filosofia a Padova, ha detto come “negli ultimi tempi lavoravamo moltissimo per la crescita dell’Ases. Stava benissimo ed era lucidissimo, entusiasta di tutti i progetti che avevamo a lungo pensato e discusso. Non era facilissimo confrontarsi con lui perché il rigore e la precisione dell’argomentare erano sempre alla base di qualsiasi tema prendessimo in considerazione. Durante l’organizzazione del terzo congresso Ases mi disse che non avrebbe potuto partecipare, ma ci avrebbe guardato da un altro punto di osservazione”.

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