Di Corato a Bs Musei: “Un lavoro di squadra”

Il nuovo direttore della fondazione pronto alla nuova avventura: "Artisti viventi possono essere una chiave strategica per comprendere il passato".

(p.f.) Partecipazione, trasparenza, inclusione. Queste le parole chiave del progetto con cui Luigi Maria Di Corato, nuovo direttore della Fondazione Brescia Musei, si è presentato alla città. A Brescia arriva dopo l’esperienza di Siena, dove ha messo in rete oltre 40 musei. E questo, tra le altre cose, sarà chiamato a fare anche a Brescia.
“Santa Giulia è un luogo che ho studiato da ragazzo”, ha spiegato, “e ora ho la responsabilità di dare un contributo fondamentale per farla crescere. Mi piacerebbe riuscire a promettere che nulla sarà dato per scontato e tutto sarà trasparente e misurabile. Non esistono ricette valide in astratto e non ho la valigia del consulente: sono qui per dare una mano”. Partecipazione, dunque, sarà una parola costante, così come la trasparenza, per abbattere le barriere tra l’interno e l’esterno. “Non immagino una direzione di vertice,  né ci sarà la sindrome da performance”. Forte di una laurea in arte contemporanea, tra i suoi compiti ci sarà anche quello di dare una svolta più moderna anche al patrimonio bresciano.
“I nostri colleghi all’estero ci dimostrano come artisti viventi possono essere una chiave strategica per comprendere il patrimonio del passato”. Come farlo, è tutto da vedere, se usare la tecnologia, puntare sulle mostre, organizzare microeventi. Il percorso, però, è ormai iniziato. Ma l’obiettivo è anche di trasformare i musei in un luogo da vivere nella quotidianità. “Altra parola d’ordine sarà la condivisione, perché nessuno deve sentirsi escluso. Esempio semplice, andremo a leggere i pannelli illustrativi delle opere, per capire se sono a prova di storico dell’arte, ma anche se i contenuti sono accessibili a chi non è del mestiere, che non vuol dire, si badi bene, banalizzare i contenuti, tutt’altro”.
Di Corato dovrà affrontare anche il tema risorse. “I finanziamenti arrivano quando si è credibili. Bisogna anche cambiare approccio. Il rapporto con il privato è sempre stato visto come mordi e fuggi.  Ora abbiamo un governo che ha fatto una legge che consente di avere la deducibilità degli investimenti in cultura. Un presupposto importante, purché si considerino i privati non dei donatori, ma dei partner”. Punto di forza di Brescia, per il nuovo direttore, è la sua tempra e lo spirito di dedizione al lavoro. “Ci sono posti più blasonati che non hanno questo spirito, ed è una delle cose che mi hanno spinto ad arrivare qui. Una debolezza? E’ negativo, in generale, pensare alla cultura come una spilla da mettere sul bavero della giacca”. Brescia dovrà ora trovare la sua strada per fare del patrimonio culturale anche una ricchezza. In questa sfida, fondamentale sarà anche la capacità di fare rete, forse la scommessa più grande.
“Il problema grosso del mondo dell’arte è l’autoreferenzialità.  Ognuno pensa di essere più bravo degli altri, invece quello che più farci andar meglio è lo spirito di squadra. In ambito culturale si è circondati da tenori o da soprani, mediamente chi fa l’operatore culturale si sente un solista che deve affermare la sua visione del mondo in senso autoriale. Io preferisco la metafora del maestro del coro”. Grandi apprezzamenti al nuovo direttore sono arrivati dal sindaco Emilio Del Bono, dalla vicesindaco e assessore alla Cultura Laura Castelletti e dal presidente di Brescia Musei Massimo Minini.
“Il nostro non è solo un grande patrimonio artistico e culturale”, ha spiegato Castelletti, “ma anche di uomini e donne che fanno il loro lavoro con competenza e passione. Credo che avessero bisogno di una regia e sono convinta che Di Corato sarà il regista che ci porterà lontano”. “Abbiamo scommesso sul cambiamento”, aggiunge Del Bono, “condivido tutto quello che ha detto Di Corato. Penso che dobbiamo rimetterci in relazione con la provincia, che ha bisogno di una nuova centralità che solo il capoluogo può dare. Ma dobbiamo anche costruire relazioni fuori dal territorio bresciano. Lo faremo a partire dal tour dei sindaci lombardi, come punto di partenza per iniziare a costruire nuove opportunità”.

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