Moretto, Savoldo e gli altri a Palazzo Martinengo

Dall'1 marzo, cento capolavori da collezioni private saranno esposte in via Musei. Molgora: "Segno di vitalità della nostra provincia".

(red.) Appuntamento con l’arte a Palazzo Martinengo, a Brescia, che dall’1 marzo all’1 giugno ospita “Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane”.
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Con questa mostra dedicata al nostro territorio vogliamo dimostrare come, credendo nella nostra terra, possiamo trovare l’occasione per uscire dal labirinto della crisi», sottolinea il presidente della Provincia di Brescia Daniele Molgora, «una mostra creata partendo dalla collaborazione dei bresciani che hanno messo a disposizione opere in parte inedite e, soprattutto, di grande valore. Un segno di vitalità della nostra Provincia, che probabilmente, non ha eguali. Pensiamo soltanto al fatto che il periodo temporale cui si riferiscono i capolavori, corrisponde a quello in cui Brescia era il maggiore produttore industriale (soprattutto ferro e armi) di una delle allora grandi potenze mondiali come la Repubblica di Venezia. Lo splendore commerciale di quei secoli, cui faceva da contraltare una diffusa povertà nel popolo si è esplicato in più stagioni artistiche assolutamente irripetibili, che noi, bresciani di oggi, vogliamo riportare alla luce. Un modo speciale per riaffermare l’importanza di un territorio assolutamente unico e tutto da vivere, attraverso i percorsi turistico-culturali disseminati in tutta la provincia ed anche attraverso la scoperta delle sue peculiarità produttive».
Nella scelta dei dipinti, l’attenzione si è focalizzata sui maestri che hanno rappresentato la gloria della scuola pittorica bresciana dal ‘400 al ‘700: da Foppa al Moretto, da Savoldo al Romanino, da Faustino Bocchi a Pietro Bellotti, da Andrea Celesti, ad Antonio Cifrondi, a Giacomo Ceruti, di cui verranno esposte per la prima volta opere inedite, affiancate ad altre già note alla critica tra cui alcune tele del celeberrimo “ciclo di Padernello”. La mostra, che presenterà in anteprima i più significativi ritrovamenti compiuti negli ultimi anni di ricerche che, in taluni casi, hanno consentito di riportare alla luce capolavori di cui si erano perse le tracce, consentirà anche di effettuare un viaggio attraverso secoli di storia dell’arte esplorando le differenti correnti pittoriche succedutesi nel corso del tempo – dal Rinascimento al Manierismo, dal Barocco al Rococò – di apprezzare le varie iconografie affrontate con estro e originalità dagli artisti, di istituire in città e in provincia dei percorsi monotematici quali “Romanino in Valcamonica”, “Moretto a Brescia”, “Andrea Celesti sul lago di Garda”, “Tiepolo e Pittoni nella bassa bresciana”, “Romanino a Brescia”, “Barbelli in Franciacorta”, nonché di creare legami con le Pinacoteche diffuse sul territorio bresciano, come il Museo Lechi di Montichiari.
Tra il XV e il XVI secolo, si è vissuta in Italia una straordinaria stagione artistica; protagonisti di questo momento furono tre soggetti – gli artisti, i committenti e i collezionisti – legati tra di loro dal comune denominatore del “gusto per il bello”. Da un lato, gli artisti, con estro creativo e perizia tecnica, diedero alla luce opere che ancor oggi sanno emozionare chi le ammira; dall’altro, i committenti, appartenenti alle gerarchie ecclesiastiche, alla nobiltà o alle classi medie arricchitesi col fiorire dei commerci, investirono parte dei loro capitali commissionando dipinti, sculture e arredi destinati ad abbellire chiese e palazzi, ville e castelli; infine i collezionisti, raffinati esteti dotati di una particolare sensibilità per il bello, costituirono durante la loro vita dei veri e propri “musei privati” che talvolta, spinti da un nobile intento educativo e da un forte senso civico, donarono alla propria città.
La mostra sarà aperta dal mercoledì al venerdì dalle 9 alle 17; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18 (chiuso lunedì e martedì). Info e prenotazioni si possono avere allo 030/2906403 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.

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