Galleria Minini, «Quarantanni» al centro dell’arte

Alla Triennale di Milano 1.500 mq di esposizione dedicati all'attività della celebre galleria di via Apollonio. 150 opere di 80 artisti scelti da Massimo Minini.

(red.) È piccola. Almeno rispetto alle grandi Gallerie di Milano o New York. Ma nelle sue due stanze sono passati artisti di enorme spessore.
La Galleria Minini di Brescia è da anni la punta di diamante degli amanti dell’arte della provincia, riuscendo persino a  ritagliarsi uno spazio non esiguo nella storia dell’arte  contemporanea. Ora la Triennale di Milano ha deciso di celebrare i 40 anni di attività, dedicandole una mostra monografica,  esposta dal 18 novembre al 2 febbraio.
Saranno presenti 150 opere appartenenti a un’ottantina di artisti nazionali e internazionali che hanno esposto alla galleria di via Apollonio, dal 1973 ad oggi. Circa 1.500 metri quadri: un intero piano, messo a disposizione dei quadri, delle sculture e delle installazioni “miniane”. Tra queste ci saranno anche delle creazioni site-specific, create ad hoc per l’esposizione. Come l’omaggio di Daniel Buren, che ha creato una grande doppia M coloratissima sulla vetrata della scalinata disegnata da Giovanni Muzio negli anni Trenta.
L’ispirazione è venuta dal libro «Quarantanni 1973-2013» in cui Massimo Minini ha raccolto materiale vario, lettere e cartoline, inviti e comunicati stampa, immagini delle opere in allestimento e fotografie scattate in galleria.
«La mostra – dice Massimo Minini – vuole essere la presentazione di una storia che è collezione ma soprattutto archivio e che non dovrebbe andare dispersa. Brescia ha una grande tradizione di collezionismo, ma ha già visto sparire le raccolte di Feroldi e di Cavellini, e tante opere vengono perdute quotidianamente, perché mancano spazi che le accolgano». Poi pone una domanda che suona come una provocazione: «Se il Vittoriale riceve donazioni, se Montichiari ha un museo da una collezione storica, perché non può accadere anche a Brescia?».

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