Crucifixus: cambiare per non morire

Sull’importante festival del sacro pesano i tagli dovuti alla crisi. Meno risorse dalle Amministrazioni pubbliche e dai privati. La nuova edizione è stata ridimensionata.

Più informazioni su

(red.) Il martello della crisi assesta un altro colpo, e ad essere colpito, questa volta, è il Crucifixus Festival di primavera, lo storico appuntamento con il teatro, la musica, le arti e le tradizioni del sacro. Un’istituzione, non solo nel panorama bresciano, ma anche a livello nazionale.
Cambiare per non morire. In tempi di ristrettezze economiche sembra questa l’unica via percorribile per non scomparire del tutto. Riporre nel cassetto dei ricordi un passato glorioso e lavorare, tra mille difficoltà, ad un presente nebuloso e ricco di incognite. Ѐ la storia attuale, ancora tutta da scrivere, di Crucifixus.
Posticipato quest’anno dal classico posizionamento pre-pasquale, sembra più per non sovrapporsi con la campagna elettorale che per ragioni organizzative, verrà proposto subito dopo Pasqua, dal 1° aprile. Ma sarà sicuramente un festival più “soft”, perché a  mancare sono le risorse. Infatti, già da qualche anno i Comuni e gli enti pubblici hanno faticato non poco per trovare i fondi da destinare all’evento. Inoltre, l’edizione 2013 fa registrare anche una certa difficoltà dei privati, che in passato l’avevano generosamente foraggiata, garantendo un’elevata qualità. Anche gli sponsor storici annaspano e sembrano faticare a garantire i livelli economici degli anni scorsi, nonostante la condivisione del progetto e il grosso lavoro di coinvolgimento da sempre attuato sulla tipologia di proposta.
Proposta che quest’anno si distribuirà soltanto in Valcamonica e sul Sebino, territori storici di Crucifixus, e non a Brescia. Infatti, la città ha scelto un progetto tutto nuovo, diverso e esclusivo. Non si muore, si cambia, come ha dichiarato la professoressa Carla Bino, ideatrice del festival.
Alcuni municipi hanno dovuto rinunciare ad ospitare un appuntamento del festival per motivi di bilancio, così, dal prossimo anno, si è ipotizzato un maggiore coinvolgimento delle Unioni. Non è però mancato il contributo della Comunita montana e del Distretto che, come in passato, hanno disposto di 15 mila euro a fronte di una specifica collaborazione su un progetto.
Crucifixus, nel tempo, è riuscito a costruire un modello che non si fonda esclusivamente su risorse statali, ma ha lavorato sulle realtà locali, integrando così risorse pubbliche e private. Come ha affermato Carla Bino, la manifestazione riesce a mantenersi in vita perché ha saputo uscire dalla logica del finanziatore unico. Crucifixus è fatto per il territorio, appartiene alla Valle perché lo vogliono i suoi abitanti e gli amministratori e per questo va costruito insieme, affinché possa sopravvivere economicamente. Ѐ un progetto di comunità, altrimenti non avrebbe ragione di esistere.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.