S. Maria della Carità, gioiello restituito alla città

Conclusi gli interventi di restauro nella chiesa barocca di via Musei. Dopo due anni di lavori e 2,5 milioni di euro, il tempio è stato riaperto ed è ora visitabile.

(red.) Restituita ai bresciani in tutto il suo sontuoso splendore barocco,  la chiesa di Santa Maria della Carità, in via Musei, torna ad essere patrimonio della città dopo un restauro durato due anni. L’intervento è stato integrale ed ha interessato marmi, stucchi, pitture e  pavimento.
Al termine di 100mila ore di lavoro effettuate da diverse equipe (140 i tecnici intervenuti, tra cui anche gli studenti delle accademie Laba e S. Giulia e dell’Enaip di Botticino) e con una spesa di 2,5 milioni, coperti dalla Fondazione Cab (per 2,1 milioni) e dalle offerte raccolte dai bresciani (circa 450mila euro), il tempio simbolo del Barocco del XVII secolo è tornato nelle mani dei fedeli bresciani.
Giovedì mattina, alle 10, è stata celebrata la messa solenne con il cardinale Giovanni Battista Re insieme al Vescovo Luciano Monari.
La chiesa di Santa Maria della Carità, conosciuta anche come chiesa del Buon Pastore poiché retta fino al 1998 dall’adiacente monastero omonimo, è una chiesa di Brescia, posta lungo via dei Musei, all’incrocio con via Gabriele Rosa. Impostata su una caratteristica pianta ottagonale, ospita un notevole apparato decorativo barocco e alcune opere, anche scultoree, degne di nota.
La chiesa venne edificata a partire dal 1640 su progetto dell’architetto Agostino Avanzo per volere del sacerdote Pietro Franzoni, superiore del Pio Istituto delle Penitenti, e grazie al contributo economico della popolazione: il cantiere durerà fino al 1655. Il nuovo edificio si sovrappose al precedente, dedicato alla Maria Maddalena, con il ben preciso scopo di accogliere al suo interno una fedele riproduzione della Santa Casa di Nazaret, custodita nel Santuario della Santa Casa a Loreto, riproduzione che vi fu difatti posta nel 1658. Già nel 1654, comunque, la chiesa aveva ricevuto al suo interno il miracoloso affresco della Madonna della Carità, opera della fine del Quattrocento-inizio Cinquecento originariamente posta nel cosiddetto monastero di San Girolamo, retto dalle suore carmelitane, oggi ex Caserma Randaccio in via Lupi di Toscana Del santuario precedente si mantennero i due altari laterali e le relative pale, che furono ricollocati nella nuova chiesa e che ancora oggi sono presenti.
La struttura subì importanti rifacimenti dal 1730 in poi grazie all’interessamento del sagrestano Busi, nuovamente sostenuto dai fondi del popolo. L’altare maggiore viene sostituito da uno molto ricco e fastoso dei Calegari, in marmo, adornato da una elaborata balaustra sul davanti e, lateralmente, da due statue di Dionigi Cignaroli. Al centro fu posto l’affresco della Madonna della Carità. L’interno viene anche totalmente ridipinto: nel 1731 Giuseppe Orsoni affresca le pareti, mentre nel 1733 Bernardino Boni dipinge a olio le lunette sotto la cupola con i principali episodi della vita della Madonna. Anche la cupola, nel corso del secolo, sarà affrescata da Ferdinando Cairo e Luigi Vernazal. Nel 1744 viene eretto il portale d’ingresso e, poco dopo, vengono posizionate, ai lati della facciata, le due statue di Antonio Ferretti e Alessandro Calegari. Altre opera di rilievo è la posa del pavimento ad elaborati e complicati intarsi marmorei, conservatosi pressoché intatto. Nell’Ottocento verrà installato, sulla cantoria in controfacciata, un organo Tonoli.
Alla fine dell’Ottocento la giurisdizione della chiesa passò alle suore del vicino monastero del Buon Pastore, dal quale la chiesa prese il nome che tuttora la accompagna accanto a quello originale. Nel 1998 le suore si trasferirono a Mompiano e, su disposizione del vescovo Bruno Foresti, l’amministrazione della chiesa fu trasferita alla parrocchia del Duomo.
La chiesa ora sarà regolarmente aperta per le visite e le funzioni religiose, ma si stanno approntando visite guidate speciali ed iniziative culturali ad hoc.
Le prime visite guidate offerte da Fondazione Cab sono fissate per martedì 5 febbraio (alle 14, alle 15 e alle 16) e mercoledì 6 febbraio (alle 9, alle 10 e alle 11). Entrambi gli appuntamenti sono gratuiti.
A pagmaento invece le visite per singoli  (5 euro a persona, gratis per i minorenni accompagnati da adulti) nei giorni sabato 9 (alle 10 e alle 11), sabato 16 (idem), sabato 23 (alle 15 e alle 16), domenica 24 febbraio e sabato 2 marzo (medesimi orari), Per le visite a gruppi (numero minimo di partecipanti 25 persone) è obbligatoria la prenotazione al numero 347/3028031, oppure alla mail: guida.artistica@gmail.com.

 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.