“Effetto Maya”, la mostra non si farà

Brescia Musei ha diffidato la società organizzatrice, Artematica, a continuare ad usare il suo marchio per pubblicizzare un allestimento che non ci sarà.

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(red.) La presunta maledizione del popolo Maya, attesa per il 2012, ha già prodotto un primo “effetto” in terra bresciana. Niente di catastrofico si intenda, ma fatto è che la attesa mostra sulla civiltà precolombiana, in programma al Museo di Santa Giulia per il prossimo ottobre, non si farà.
Che l’esposizione navigasse in acque difficili si era già avvertito da tempo: nessuna campagna promozionale avviata, prenotazioni possibili sì, ma per un evento non ancora definito nei dettagli, l’incertezza del sostegno economico alla realizzazione della stessa. Tutti tasselli che ora vanno a comporre l’addio alla “grande mostra” che Brescia si apprestava ad ospitare dopo quella, che ha riscosso un notevole successo, su Matisse. E che potrebbe anche essere stata l’ultima per la città.
Artematica, la società incaricata di organizzare l’evento, è stata diffidata dal continuare ad utilizzare il marchio Brescia Musei per pubblicizzare un allestimento che, come ha spiegato il presidente della Fondazione, Faustino Lechi, “non esiste”.
A gennaio la società di Treviso aveva già ricevuto comunicazione dello scioglimento della bozza di contratto sottoscritta nel 2011 poiché il comune di Brescia non era riuscito ad ottenere dal ministero  dei Beni culturali l’autorizzazione a sbloccare i due milioni di euro mancanti per coprire le spese della mostra, per la quale la Loggia aveva già messo a bilancio 900mila euro. Il 31 dicembre 2011, infatti, erano scaduti i termini, tassativi, entro cui doveva essere apposto il placet (e i soldi) da Roma, ok che non è mai arrivato, vanificando dunque il contratto sottoscritto tra Brescia e Artematica.
Se per Brescia dunque la partita si era già chiusa a gennaio, non così per la società organizzatrice che, come si può leggere anche sul suo sito, continua a pubblicizzare l’evento. Non solo, viene anche aggiornato il lavoro dei curatori dell’esposizione che, come si legge, si sono recati a febbraio in Guatemala per visitare musei e studiare la raccolta dei reperti.
Sempre qualche tempo fa lo stesso assessore comunale alla Cultura Andrea Arcai si diceva fiducioso sul buon esito dell’operazione Maya.
Ora, invece, a meno di sei mesi da quella che avrebbe dovuto essere la data  dell’inaugurazione, si può ufficialmente scrivere la parola “fine”.

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