Matisse, carino ma non grande

Nell'esposizione di Santa Giulia pochi quadri e tanti schizzi. Ercole non convince.


(v.p.) Le grandi mostre di Brescia non sono grandi. Questo è chiaro a tutti quelli che hanno visitato "Matisse, la seduzione di Michelangelo".
Intendiamoci, nessuno pensa che le opere sistemate a Santa Giulia non siano belle o non siano interessanti. Anzi, raccontano parte della vita artistica di un pittore che si trova a pieno diritto nell'Olimpo dei più noti del mondo.
MOLTE LE CARENZE. Nell’esposizione ci sono però alcune lacune che, probabilmente, non dipendono solo dai curatori. Il primo dato di fatto è che i musei e le collezioni che hanno pezzi artistici veramente pregiati non si privano dei capolavori, altrimenti le loro attrattive si ridurrebbero. Che cosa sarebbe per esempio il Louvre senza la Gioconda?
Le opere esposte a Brescia non rappresentano, quindi, l'apice espressivo del post-impressionista. Lo dimostra il fatto che il nome di Henri Matisse sia abbinato alla corrente del fauvismo, quasi totalmente trascurata nei dipinti presenti in città.
Anche il termine dipinti, in verità, è fuorviante. La mostra offre decine di schizzi e di incisioni ma solo qualche quadro. Quindi la pittura, intesa come tele riempite di colore, è un po' misera. I pochi quadri che si possono ammirare sono belli, ma fanno solo intravvedere il vero Matisse.
ERCOLE IL BRESCIANO. Sulla mostra gemella dedicata all’improbabile leggenda di Ercole fondatore della città, vale la pena spendere solo qualche parola: inutile e confusa, non rappresenta nulla.
"Ercole nelle leggende è stato il fondatore di Brescia… del resto ci sono una serie di testimonianze, tra cui la torre d'Ercole (antica costruzione di pietra a metà circa di via Carlo Cattaneo, ndr) che confermerebbero l'esistenza di questi miti".
Motivazione tirata per i capelli. Con questa logica, chi legge nel logo della Piliph Morris la scritta "veni, vidi, vici" dovrebbe pensare che sia stato Giulio Cesare a inventare le sigarette.
SANTA GIULIA: CHI L’HA VISTA? Un'altra cosa da segnalare: la mostra non è stata pensata per invogliare la gente a visitare anche Santa Giulia, un vero e proprio gioiello storico-culturale che la nostra città ha la fortuna di ospitare.
Matisse è infatti diviso dal resto dell'ex-monastero e quindi alcune sale di immenso splendore, come per esempio la domus dell'ortaglia, il coro delle monache o la chiesetta di San Salvatore, vengono snobbate dai visitatori.
Purtroppo anche le scolaresche tendono a non curarsi del complesso longobardo.
Durante il nostro tour nella mostra, abbiamo incrociato ben quattro classi di bambini bresciani. I ragazzi, dopo aver ascoltato con attenzione le parole della guida su Matisse, si sono allontanati diligentemente in fila per due, e hanno raggiunto lo shop per guardare gomme e penne o altro merchandising targato Artematica.
IL COMMERCIO SEGNA IL PASSO. Peccato che nessuno sia stato portato a vedere un tesoro che la città aspetta solo di mostrare. Ma Matisse non doveva servire per far conoscere meglio anche le "peculiarità culturali" di Brescia?
Infine, ricordiamo che uno dei motivi che hanno spinto la giunta Paroli, come la giunta Corsini prima, a organizzare mostre di richiamo nazionale è quello di aumentare l'afflusso di gente nel centro storico della città.
Il passaggio dei turisti ovviamente deve incentivare il commercio, a partire da quello dei bar e dei ristoranti della zona vicina ai musei.
Parlando con alcuni esercenti abbiamo scoperto che un po' di movimento si vede solo nel week-end, durante la settimana passano quasi solo scolaresche, che raramente si fermano a prendere un cappuccino o un panino al bar.
Nell’operazione il comune di Brescia ha investito 2,5 milioni di euro. A questo denaro si devono aggiungere anche una serie di sponsorizzazioni di un pool di società di proprietà della Loggia.
IL COMUNE HA SPESO BENE I SOLDI? Si tratta quindi di una cifra niente male per le casse di Artematica, società veneta organizzatrice dell’evento, tanto più se si tiene conto della congiuntura economica. Ma quanti di questi soldi restano sul territorio?
Non sarebbe stato più producente, anche se sicuramente di richiamo mediatico inferiore, cercare di valorizzare alcune delle opere custodite nei civici musei?
Ci dicono che oggetti di grande interesse artistico sono in attesa di restauro da anni, mentre altri aspettano addirittura ancora di essere catalogati con cura. Ma purtroppo i fondi scarseggiano.
Una mostra interessante, proprio come quella in corso, si potrebbe realizzare anche a Brescia con reperti scelti tra i quadri e i dipinti che abbiamo.
Sarebbe più faticoso sul piano organizzativo e naturalmente non ci sarebbe il nome di Matisse da spendere, ma in questo modo il nostro patrimonio verrebbe rivalutato e i soldi investiti rimarrebbero qui.