Brescia, maxi sequestro milionario all'”architetto di Putin”

La Procura di Brescia contesta al 63enne diversi reati fiscali: sigilli a beni mobili ed immobili, ad un elicottero, ad uno yatch per un valore di oltre 141milioni di euro.

Roncadelle. Maxi sequestro disposto dalla Procura di Brescia ed eseguito dagli uomini del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Brescia nei confronti di Lanfranco Cirillo, 63 anni, il cosiddetto “architetto di Putin”, finito sotto la lente degli inquirenti per una presunta evasione fiscale a molti zeri.

I sigilli sono stati apposti a 670 mila euro in contanti, a decine di immobili di lusso e terreni, a conti correnti, ma anche a moto, auto, quadri, gioielli e orologi preziosi, ad uno yacht ormeggiato a Olbia e ad un elicottero di proprietà del professionista, noto per la sua amicizia con “lo zar di Russia”.
Le fiamme gialle hanno disposto un sequestro preventivo per un valore di oltre 141 milioni e 700 mila euro nei confronti di Cirillo, originario di Treviso ma da decenni residente nel bresciano, “l’archistar” di Putin e di altri 44 oligarchi russi, ora indagato per una serie di reati tributari come contrabbando, dichiarazione infedele dei redditi, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, e per violazione del codice a tutela dei beni culturali.

I fatti contestati dal tribunale di Brescia risalirebbero al periodo compreso tra il 2013 ed il 2019 anni in cui Cirillo, che nel frattempo era tornato a vivere a Brescia, non avrebbe versato le tasse in Italia utilizzando lo stratagemma dell’esterovestizione, ovvero dichiarando che le proprie società avevano residenza all’estero, così da non versare i contributi in Italia.
Il Gip, nell’ordinanza di sequestro ha rilevato «notevoli manifestazioni di ricchezza del tutto sproporzionate rispetto agli imponibili dichiarati, per le quali non sono state fornite giustificazioni idonee ad acclararne la liceità sul piano fiscale».

L’indagine è partita dall’elicottero da 2 milioni di euro, acquistato ed immatricolato in Russia, e parcheggiato all’aeroporto di Montichiari, che Cirillo avrebbe invece utilizzato nel nostro Paese, non assolvendo gli oneri doganali, e quindi, di fatto, mancando di versare all’Erario 500mila euro. Da qui l’accusa di contrabbando che ha portato gli inquirenti a scavare a fondo nelle proprietà dell’uomo.
Lo scorso febbraio una perquisizione era stata effettuata nella mega villa dell’architetto, a Roncadelle: un museo privato con decine e decine di opere di grandi artisti, tra cui tele e sculture (autentiche) di Kandinsky, De Chirico, Savinio, Modigliani, Cezanne, Christo, Picasso, Burri, Mirò, Modigliani e Pomodoro. Capolavori che, tuttavia, non sarebbero stati segnalati, come impone la legge, alla soprintendenza dei Beni culturali.

Numerosi gli immobili sequestrati: oltre alla dimora sfarzosa dell’hinterland bresciano anche le proprietà che il 63enne possiede a Comezzano Cizzago, Toscolano Maderno, Travagliato, Comacchio, Nago Torbole, l’azienda agricola di Capriano del Colle, le abitazioni ad Olbia e Arzachena, in Sardegna.
Cirillo, che ora si trova a Mosca, è assistito dall’avvocato Stefano Lojacono, secondo cui il maxi sequestro «manca del suo presupposto, che consiste nella ritenuta esterovestizione dell’architetto Cirillo. Al contrario da molti anni egli è effettivamente emigrato in Russia: lì ha posto il centro dei suoi interessi e ha svolto la sua attività in modo esclusivo» ottenendo anche, nel 2014, la cittadinanza russa.

 

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