Imprenditore ucciso, l’assassino confessa davanti al Gip

Il 22enne ex fidanzato della figlia di Anselmo Campa, Hamedi El Makkaoui, ha ammesso le proprie responsabilità nell'omicidio del 56enne, ucciso a colpi di martello.

Cologne. Ha confessato durante l’interrogatorio in carcere Hamedi El Makkaoui, il 22enne accusato di aver ucciso l’imprenditore Anselmo Campa, nonché il padre della sua ex fidanzata. Nello stesso giorno che l’indagato ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Vito Di Vita che deciderà sulla convalida del fermo, all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo è stata eseguita l’autopsia sul corpo della vittima.

Hamedi El Makkaoui ha confessato di nuovo: ha raccontato, come aveva già fatto davanti a carabinieri e pubblico ministero, di essere andato dall’imprenditore per riconsegnare alcuni oggetti dell’ex fidanzata. Il ragazzo allora avrebbe reclamato i soldi della Renault Clio che Campa aveva venduto. L’auto, intestata all’azienda dell’uomo, una ditta di Cologne (Brescia) era stata regalata alla figlia cinque anni prima, ma veniva spesso utilizzata anche dallo stesso Makkaoui tanto che, quando la storia d’amore fra i due è terminata, l’auto era rimasta in uso al giovane. L’indagato, operaio in un’azienda bresciana, in base a quanto da lui stesso dichiarato, per l’auto avrebbe versato dei soldi alla vittima. Soldi che ora richiedeva indietro.

Tra i due sarebbe scoppiata una violenta lite in cui la vittima avrebbe insultato il ragazzo. A questo punto il 22enne ha afferrato un martello presente in casa e ha colpito l’imprenditore una prima volta in tasta. Così è scoppiata, come spiega anche L’Eco di Bergamo, una colluttazione durante il quale l’omicida lo ha colpito con altri colpi, fino a quando Anselmo Campa non è morto.
Ora l’indagato, difeso dall’avvocato Fabio Marongiu, è accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Intanto il giudice per le indagini preliminari deciderà domani 27 aprile sulla convalida del fermo e sulle misure cautelari da adottare.

All’autopsia il compito di confermare quanto tempo è passato dall’omicidio al ritrovamento del corpo. A scoprire Anselmo Campa in una pozza di sangue nella sua casa nel centro di Grumello del Monte lo scorso 20 aprile sono stati i suoi amici, preoccupati di non sentire da ore l’imprenditore. Con lui si trovavano tutti i giorni nel bar del paese. Subito la chiamata ai carabinieri che hanno fatto partire le indagini: grazie alle telecamere di video sorveglianza della zona sono riusciti a risalire all’identità dell’indagato. In un primo momento si è pensato a una rapina finita male, ma davanti ai militari il 22enne ha subito confessato l’omicidio.

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