Telegram, post nazi-fascisti: perquisizioni anche a Brescia

Otto le persone denunciate per presunte pubblicazioni inneggianti all'odio semita e razziale sul canale social. Tra gli indagati ci sono anche esponenti della galassia no vax.

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(red.) Sono otto le persone denunciate nell’ambito di una articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, personale della Digos e del Compartimento di Polizia Postale di Torino eseguite nella giornata di giovedì 17 marzo per una serie di post di presunta natura nazi-fascista, razzista ed antisemita sul canale Telegram “Brudershaft  thule” (“Fratellanza di Thule”) e sul  gruppo di discussione “Meine Ehre Heiβt Treue” (“Il mio onore si chiama lealtà”).
Le persone coinvolte sono state denunciate per i reati di “riorganizzazione del disciolto partito fascista, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”. Tra gli indagati ci sono anche esponenti della galassia no vax.

Le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Torino, Brescia, Brindisi, Rieti, Alessandria, Lodi ed anche nella città di Aalen in Germania dove risiede l’amministratore dei citati gruppi Telegram.
A quanto si apprende da fonti investigative, durante le perquisizioni la Digos avrebbe sequestrato molto materiale: busti raffiguranti Benito Mussolini, manganelli, pugni di ferro e bandiere neo fasciste e neo naziste.

 

 

 

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