Cazzago, assalto fallito al caveau: i primi interrogatori in carcere

Il commando di banditi poteva contare anche su strumenti di alta tecnologia. Si sospetta che tra gli arrestati (31) ci siano anche gli autori di colpi analoghi avvenuti a Catanzaro, nel Foggiano e sulla A1 tra Modena e Bologna.

(red.)  Ha fatto scalpore il blitz avvenuto nella serata di venerdì 11 marzo a Cazzago San Martino (Brescia), in località Pedrocca.
Trentuno le persone arrestate, sequestrato un arsenale di armi d’assalto, sfumato un bottino da 80 milioni di euro per la banda, proveniente dal Foggiano e che ha tentato il maxi furto utilizzando anche strumentazioni di alta tecnologia e che poteva fare affidamento su due impiegati” infedeli” della ditta di vigilanza Mondialpol che hanno svolto il ruolo di “talpe”.

Blitz polizia carabinieri Cazzago Pedrocca

A disposizione della banda criminale, che si suppone abbia contatti con la ‘ndrangheta, 26 auto per coprire la fuga e che sarebbero state date alle fiamme per bloccare le forze dell’ordine, ma anche una ruspa per sventrare il caveau e un tir sul quale caricare il denaro ed il materiale sottratto.
Cinque i mesi di indagini condotte da polizia di Stato e carabinieri che hanno sventato un ingente colpo, forse il più grande mai tentato nel Bresciano.
E’ emerso che la banda, organizzatissima e ben addestrata, aveva all’interno delle gerarchie precise cui sarebbero corrisposte somme diverse una volta compito il maxi furto. Non solo, a disposizione del gruppo criminale anche strumenti altamente tecnologici come la penna telecamera utilizzata per filmare il (blindatissimo) deposito. E le armi sarebbero state fatte arrivare nel bresciano solo un giorno prima dell’assalto così da scongiurare eventuali fermi.

Blitz polizia carabinieri Cazzago Pedrocca

L’arsenale era stato nascosto, come si vede nel filmato girato dalle forze dell’ordine e diffuso alla stampa, nella controsoffittatura dei locali.
Al momento dell’arresto, i banditi hanno reagito con il silenzio e strappando, davanti agli occhi delle forze dell’ordine, i mandati di perquisizione e gli atti di indagine.

Oltre 400 le pagine di ordinanza di fermo, segno di un’inchiesta minuziosa in cui sono state effettuate centinaia di intercettazioni, e di un blitz finale che è avvenuto senza spargimento di sangue.
Questo lunedì gli arrestati, solo una parte dei quali detenuti a Brescia, saranno ascoltati dal gip per la convalida dell’arresto.
Il gruppo pugliese potrebbe essere lo stesso coinvolto in altri episodi analoghi, svoltisi con modalità pressoché identiche il 4 dicembre 2016 al caveau della Sicurtransport a Catanzaro e, a febbraio del 2021, ai danni di due furgoni della Cosmopol, nel Foggiano, ma si ipotizza anche che alcuni dei componenti della banda arrestata a Calcinato possano essere stati nel commando che, il 14 giugno scorso, tentò l’assalto ad un portavalori sulla A1, tra Modena e Bologna, spargendo chiodi sull’asfalto, incendiando auto e minacciando con le armi anche alcuni automobilisti. Il colpo sfumò, e a dicembre vennero arrestate quattro persone, tre delle quali proprio di Cerignola.

 

 

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