Palazzolo, nomade morto nella roggia: nessun giallo

Non ci sarebbe nessun collegamento tra il decesso di Fabio Caari, sinti di 49enne trovato morto lunedì, e la sparatoria di cui fu vittima il figlio qualche giorno prima di Natale. E' stata una disgrazia.

(red.) Non ci sarebbe alcun collegamento tra la morte di Fabio Caari e l’agguato intimidatorio subito dal figlio Beniamino qualche settimana fa a Palazzolo sull’Oglio.
Si tratterebbe dunque di una disgrazia quella avvenuta nel paese bresciano nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 gennaio, dove il corpo del 49enne nomade è stato rinvenuto senza vita nella roggia Fusia, a poca distanza dalla roulotte dove abitava da qualche tempo con la moglie Marianna e il figlio Beniamino, nella zona dell’Italcementi.
Sul corpo non sono stati trovati segni di violenza: l’uomo sarebbe caduto nel corso d’acqua gelido e quindi annegato.
Nessun filo rosso collega la sua morte, classificata come accidentale, alla sparatoria di cui fu vittima il figlio qualche giorno prima di Natale e che fortunatamente non ebbe conseguenze per il ragazzo, molto noto in paese anche per il suo impegno come volontario della Protezione Civile.
Ad esplodere il colpo uno zio del 26enne di origini sinti, poi rintracciato ed arrestato a Brescia.

La salma di Fabio Caari è alla casa del congedo Domus Pacis di Palazzolo, in attesa che vanga fissata la data dei funerali. Vasto il cordoglio suscitato in paese per la morte del padre di Beniamino, un ragazzo simbolo del riscatto e protagonista, anche, di un cortometraggio sulla sua vita di integrazione.
Il Comune di Palazzolo ha annunciato che l’amministrazione garantirà la sepoltura del 49enne in uno dei cimiteri cittadini.

 

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