Pesca, Rolfi: “No al divieto di immissione di trote e coregoni”

Manifestazione sabato mattina in piazza Città di Lombardia a Milano, dove erano presenti 250 persone tra rappresentanti delle Regioni, dei pescatori e degli operatori economici.

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(red.) “Vogliamo far capire l’importanza economica della filiera della pesca, sia professionale che sportiva. Lo stop alla immissione di specie ittiche considerate alloctone, voluto dal ministero della Transizione ecologica, è un danno enorme per l’economia e non c’entra nulla con la transizione stessa. Non si possono considerare alloctoni la trota e il lavarello, cioè il coregone, che sono presenti nelle acque lombarde da secoli”,  ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi questo sabato mattina in piazza Città di Lombardia a Milano, dove erano presenti 250 persone tra rappresentanti delle Regioni, dei pescatori e degli operatori economici. Hanno partecipato anche il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi e il sottosegretario con delega ai Rapporti con il consiglio regionale, Fabrizio Turba.
“In Lombardia operano 150 imprese della pesca professionale e praticano la pesca sportiva circa 80 mila appassionati. Migliaia di persone che vivono i territori, acquistano attrezzature, vanno nei ristoranti, dormono negli alberghi e che generano un indotto da decine di milioni di euro all’anno” ha aggiunto Rolfi.

“Il decreto dà la possibilità alle Regioni di chiedere delle deroghe. La Lombardia ha elaborato, in collaborazione con le Università lombarde, studi e documenti tecnici e ha chiesto la deroga per lavarello e salmerino alpino e il riconoscimento della autoctonia della trota mediterranea”, ha proseguito l’assessore. “È a livello avanzato la predisposizione anche della richiesta di deroga per fario e iridea. Ad oggi però nessuna deroga è stata concessa e anzi si moltiplicano le richieste di documentazione e studi integrativi ad evidente dimostrazione dell’approccio ideologico alla pesca da parte degli uffici ministeriali. Nei prossimi giorni elaboreremo un documento da condividere con tutte le realtà interessate per chiedere una interlocuzione diretta con il ministro al quale si chiederà di riconoscere queste specie. La richiesta congiunta e condivisa di tutte le regioni, le associazioni pescatorie, agricole, turistiche, piscicoltori e ristoratori non potrà essere ancora una volta messa da parte”.

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