Volontario ucciso, una fiaccolata in Messico

L'iniziativa degli amici di "Miguel", come era conosciuto Michele Colosio nel paese del Centroamerica, freddato in strada da alcuni colpi di pistola.

(red.) C’è mobilitazione in Messino per la morte di Michele Colosio, il volontario bresciano originario di Borgosatollo ucciso a colpi di pistola a San Cristoforo de Las Casas, in Chiapas, nella serata di domenica 11 luglio.

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Per questo martedì 13 luglio, collettivi, amanti di percorsi in bici e altre associazioni, come riferisce El Coleto Informa, hanno in programma un’azione in memoria dell’ex tecnico di radiologia del Civile, conosciuto nel paese messicano come “Miguel”.
L’appuntamento, intitolato “Basta con la violenza”, è stato fissato per le 19,30 nella piazza della cattedrale. I convocanti invitano a portare una candela o dei fiori.
“Michele Colosio”, scrivono i suoi amici, “è stato ucciso ieri sera (domenica 11 luglio, attorno alle 22, ndr.)”. “Il suo sorriso conosciuto e largo si è spento, lo hanno ucciso in un assalto, a un isolato da casa sua, tornando dai festeggiamenti per la finale dell’Eurocoppa. Era così felice”.

Michele era ancora residente a Borgosatollo, nel bresciano, ma è sempre stato un cittadino del mondo, viveva in Messico da più di 10 anni e aveva una grande rete di amicizie.
I suoi amici lo descrivono in questo modo: “artigiano, viaggiatore, pastore di capre, contadino, trapaniere, meccanico di bicicletta e tutto quello che gli veniva in mente di imparare”.
“Michele”, hanno spiegato, “nella sua gioventù ha studiato e lavorato come radiologo in un ospedale e il suo cuore e le sue conoscenze lo hanno avvicinato alla nostra Casa di Salute Comunitaria Yi ‘ bel Ik ‘ (Radice del Vento), così come a molti altri progetti sociali, convinto com’era lui che bisognava dare, bisognava aiutare, bisognava fare popolo nella fratellanza, senza distinzioni di lingue, confini e colore di pelle”.

Generico luglio 2021

“È morto dopo un assalto”, secondo quanto riportato dai media locali Revista Poderes e AZMedios, “uno dei tanti che ogni giorno si danno nel villaggio magico di San Cristoforo, una città già alla mercé di tanti gruppi armati (criminalità comune, crimine organizzato, narcos, gruppi di choc e paramilitari, sicari in uniforme) che agiscono grazie alla vista grassa di tutti i governi e alla corruzione di tutti i corpi di polizia. Il marciume istituzionale, la povertà diffusa e l’impunità hanno trasformato questa bella città in un inferno più delle migliaia di questo paese addolorato. Lo denunciamo da anni e resistiamo, non ci fermiamo”.

“Ciao Michele, ci vediamo in giro. Nel mentre andiamo anche sul tuo percorso di apprendimento e consegne, per costruire un mondo in cui ci sono molti mondi”, il messaggio finale di chi lo ha conosciuto e voluto bene.
Ancora non si conoscono le tempistiche con le quali la salma di Colosio potrà essere rimpatriata.

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