Francesca Manfredi, una rete di spaccio dietro la morte: 6 arrestati

La 24enne venne trovata senza vita lo scorso agosto dopo tre giorni di eccessi tra consumo di alcol e sostanze.

(red.) Questa mattina all’alba, lunedì 22 marzo, la Squadra Mobile di Brescia ha eseguito un’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Brescia e su richiesta del sostituto procuratore Benedetta Callea per l’arresto di sei persone, tutte accusate a vario titolo di omicidio preterintenzionale e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Tre degli arrestati sono pregiudicati. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse a seguito dell’indagine avviata il 23 agosto del 2020 dopo il ritrovamento del corpo senza vita della 24enne bresciana Francesca Manfredi nella propria casa di via Fornaci. A chiamare i soccorsi in quell’occasione era stata un’amica che insieme a un 33enne aveva tentato di rianimarla.

Questa era stata la conseguenza di quanto partì tre giorni prima, il 20 agosto, quando la vittima e il 33enne avevano fatto uso di ansiolitici e di alcool. Il giorno seguente entrambi avevano sniffato ketamina e la sera stessa Francesca, sempre con il 33enne e un’amica, aveva fatto uso anche di cocaina e hashish e alcol. Lo stesso il pomeriggio del 22 agosto consumando altra ketamina e alcol e infine la sera stessa anche eroina. Le indagini avevano appurato che questa dose di eroina era stata divisa a metà, iniettata su se stesso dal 33enne che lo aveva fatto anche sulla 24enne, ma che non aveva mai assunto prima. Tutti e tre erano poi andati a dormire e la mattina successiva, non ricevendo segni di vita dalla 24enne, avevano allertato i soccorsi cercando di rianimarla. Ma intanto il 33enne si era allontanato per eliminare le siringhe usate per iniettare le dosi. E l’esito medico sul corpo della 24enne aveva portato a scoprire un mix di droghe che avevano indotto l’arresto cardiaco.

Nell’ambito delle stesse indagini della Squadra Mobile si è arrivati anche a una donna di 25 anni che in quei giorni della seconda metà di agosto aveva dato ketamina alla 24enne e al 33enne in un appartamento nella zona nord di Brescia. E si sarebbe scoperto che proprio la 25enne riforniva costantemente di ketamina e marijuana anche una serie di ragazzi bresciani. Gli investigatori avevano ricostruito altre importanti cessioni di stupefacenti, come quella del 22 agosto poco prima delle 20 al Villaggio Prealpino da parte di un tunisino di 33 anni risultato poi uno dei fornitori abituali di Francesca Manfredi e dedito allo spaccio nonostante fosse sottoposto all’affidamento in prova. Le indagini hanno anche appurato diversi episodi di cessione di droga nei pressi della fermata della metropolitana Prealpino, mentre il tunisino avrebbe inghiottito una dose destinata ad alcuni ragazzi di un bar di via Triumplina e dopo aver visto la presenza di poliziotti.

Durante la stessa attività investigativa, è stato scoperto anche un 28enne di Coccaglio, anche lui in affidamento in prova, che dalla sua casa dava ketamina alla 25enne e ad altri clienti. Proprio il coccagliese collaborava nello spaccio con un albanese di 31 anni. Poco meno di due mesi dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Francesca Manfredi, la Squadra Mobile aveva effettuato una perquisizione nell’abitazione di Coccaglio e sequestrando 3.915 cartoncini di francobollo imbevuti di metanfetamine allucinogena, ma anche cocaina, hashish, marijuana e popper. Da una chat era emerso che avesse smerciato pochi giorni prima di quel periodo di agosto 5 litri di ketamina per 4.500 euro e 200 cartoncini imbevuti di acido allucinogeno. Di fatto, una vera e propria attività di spaccio organizzata nella quale era rimasta a sua volta coinvolta, purtroppo fino al decesso, anche la 24enne Francesca Manfredi. I sei coinvolti in questa indagine sono stati arrestati, mentre il 33enne che avrebbe iniettato la dose letale alla 24enne è accusato di omicidio preterintenzionale.

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