Mascherine non conformi dalla Cina, ditta bresciana nei guai

Tre amministratori bloccati dalla Polizia postale di Cagliari. Agli agenti si era rivolta una farmacia per prodotti sospetti.

(red.) Questa mattina, mercoledì 13 maggio, gli agenti della Polizia postale di Cagliari sono stati impegnati nell’operazione “Mask” che coinvolge anche una ditta di Brescia che commercia prodotti medicali. E così tre amministratori di società di Brescia e Salerno sono finiti nei guai con l’accusa di aver venduto false mascherine Ffp22 a una farmacia di Cagliari. Gli indagati sono responsabili di frode nell’esercizio del commercio e falsità materiale commessa dal privato in certificati. L’indagine era partita dopo la segnalazione dei titolari della farmacia sarda che avevano ricevuto una partita di 1.800 mascherine Ffp2 acquistate attraverso un agente di commercio, titolare di una società del salernitano.

Mascherine non conformi dalla Cina ditta bresciana nei guai

I titolari della rivendita di medicine erano però rimasti insospettiti sull’autenticità e la documentazione di idoneità dei prodotti rispetto alle normative vigenti. Per questo motivo avevano denunciato la situazione alla Polizia e facendo partire l’inchiesta. Si è scoperto che quelle mascherine erano state prodotte in Cina e importate in Italia da una società di Brescia.

Gli agenti hanno anche verificato che il certificato e la dichiarazione sulla conformità erano falsi e sembrava emessi da una società mantovana. Le perquisizioni nelle sedi di Brescia e Salerno verso gli amministratori hanno permesso di rintracciare e sequestrare altre mascherine e documenti. E sembra che fossero state due aziende cinesi a fornire i certificati falsi alle due realtà italiane. All’indagine ha collaborato anche l’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode della commissione Eiuropea.

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