Direttore e addetto Agenzia Entrate ai domiciliari

Generoso Biondi e Alessandro Di Domenico non sono più in carcere. Ridotto il loro rischio di inquinare prove. Sono accusati per aver intascato una mazzetta.

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(red.) Da ieri, venerdì 11 ottobre, il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Brescia Generoso Biondi e il funzionario dell’ente per la direzione provinciale Alessandro Di Domenico, attualmente sospesi dai loro incarichi non sono più detenuti nel carcere di Canton Mombello. Il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta dei loro avvocati per una diversa forma di custodia cautelare. I due erano finiti agli arresti nell’ambito dell’indagine “Leonessa” condotta dalla Direzione distrettuale antimafia con la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato e con tre filoni d’inchiesta. I due ex addetti dell’Agenzia sono accusati di reati contro la pubblica amministrazione per essersi spartiti, questa l’accusa, una tangente da 65 mila euro da un imprenditore al quale avevano concesso uno sconto di 20 milioni di euro in una sanzione dopo un’inchiesta per fatture false.

Scoperti durante l’indagine, erano stati arrestati e condotti nell’istituto di pena bresciano. Davanti al giudice delle indagini preliminari Carlo Bianchetti si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, ma avevano rilasciato delle dichiarazioni spontanee. Da queste l’ex direttore si era detto innocente, ma secondo gli inquirenti sarebbero arrivate alcune ammissioni. E di fronte al fatto che i due incaricati sospesi dell’Agenzia delle Entrate non possano ora avere accesso alle banche dati e agli uffici porta a un minore rischio di inquinare le prove. Per questo motivo martedì scorso 8 ottobre i loro legali avevano presentato l’istanza di scarcerazione che ieri è stata messa in pratica dopo la detenzione scattata il 26 settembre e ora a favore dei domiciliari. Dell’indagine fanno parte anche due agenti della Guardia di Finanza che avrebbero incassato delle mazzette.

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