Maxi sequestro di droga e arresti, due gruppi a Bs e Bg

A Brescia arrivava la droga che Bergamo poi smistava. Si tratta anche di una faccenda di famiglia, con un minorenne usato come corriere e due zii coinvolti.

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(red.) Nel corso di questa mattina, venerdì 11 ottobre, la procura di Bergamo che ha coordinato l’indagine e le Fiamme Gialle hanno presentato altri dettagli sul maxi sequestro di 157 chili di sostanze stupefacenti e l’arresto di 32 persone. Gli uomini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Brescia e del Comando Provinciale di Bergamo, sotto la direzione della procura – si legge in una nota – hanno portato a termine l’operazione antidroga “Sotto-sopra” che ha consentito di arrestare 32 persone e sequestrare circa 24 chilogrammi di cocaina, 83 di hashish e oltre 50 di marijuana, sostanza proveniente dall’Albania, dalla Spagna e dall’Olanda che avrebbe fruttato, complessivamente, nel mercato circa 6 milioni di euro.

12 persone sono state arrestate in flagrante durante le investigazioni, altre 6 in differita e 14 persone nei giorni precedenti all’11 ottobre con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’attività investigativa, che ha avuto inizio nei primi mesi del 2017, faceva inizialmente emergere il coinvolgimento di due fratelli di nazionalità albanese, Z. G. e Z.R., entrambi residenti a Reggio Emilia. L’esame dei tabulati telefonici delle utenze in uso ai due fratelli consentiva di identificare i fornitori della droga, ovvero due albanesi L. A. e L.G., dimoranti in provincia di Bergamo, con locali a loro disposizione a Osio Sopra e Osio Sotto. Ecco perché il nome dell’operazione “Sotto-Sopra”. I costanti servizi di appostamento e pedinamento effettuati dagli uomini della Guardia di Finanza di Brescia a Osio Sopra verso L.A. permettevano, il 29 marzo del 2017, di arrestarlo in flagrante dopo aver ritirato una partita di 25 chili di marijuana da un camionista (arrestato in differita) incontrato in un parcheggio nei pressi del casello autostradale di Brescia Est.

La successiva perquisizione locale eseguita all’interno di un box a lui in uso a Osio Sotto, permetteva di rinvenire ulteriori 130 chilogrammi di sostanza stupefacente tra cocaina, marijuana e hashish. In occasione dell’arresto di L.A. venivano trovati e sequestrati quaderni e fogli manoscritti con i conteggi, quantitativi e nominativi che consentivano di ricostruire l’ingente giro d’affari derivante dal traffico di droga per centinaia di chilogrammi di cocaina gestito da tempo dai fratelli albanesi operanti nella bergamasca. Il territorio orobico era così diventato un vero e proprio centro di smistamento dello stupefacente per gran parte della Lombardia. L’esame del carteggio sequestrato permetteva inoltre di individuare numerosi destinatari dello stupefacente, alcuni dei quali dimoranti in provincia di Brescia. Nell’ambito delle investigazioni veniva identificato un parallelo gruppo criminale operante a Brescia, responsabile dell’importazione di decine di chilogrammi di cocaina e in contatto con il sodalizio bergamasco.

Pertanto, l’attività veniva indirizzata a contrastare il traffico di stupefacenti nell’ambito del territorio bergamasco-bresciano puntando a troncare questo “gemellaggio”. Grazie ai servizi di pedinamento e appostamenti, anche con l’ausilio dei Finanzieri di Bergamo, i militari del Gico di Brescia riuscivano a individuare l’autovettura utilizzata per il trasporto della droga e a identificare tutti i soggetti che a vario titolo collaboravano nell’attività illecita. Il 13 dicembre del 2017 è stato arrestato in flagrante anche un minorenne sorpreso a tenere circa 14 chilogrammi di cocaina. L’autorità di Bergamo ha quindi ritardato l’arresto verso i due corrieri che avevano trasportato lo stupefacente dall’Olanda fino a Brescia e dei due zii materni del minorenne, organizzatori dell’illecita operazione, che si rifugiavano all’estero per sfuggire alla giustizia italiana.

Questi provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti lo scorso 1 ottobre quando uno dei due zii veniva localizzato nel torinese. Il soggetto aveva tentato di mimetizzarsi persino cambiando identità. Ciò era stato possibile attraverso la formale acquisizione di un nuovo cognome tramite gli uffici competenti in Albania, suo Paese d’origine. In questo modo, attraverso la nuova identità, il soggetto aveva persino chiesto il permesso di soggiorno in Italia, così da potersi muovere indisturbato all’interno dell’Unione Europea. La Guardia di Finanza ha smascherato l’inganno attraverso attività di intelligence e acquisizione di informativa digitale nelle banche dati.

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