Carpenedolo, recuperata rete di frodo da 30 metri

Intervento della Polizia provinciale dopo una segnalazione di alcuni ciclisti. Il tramaglio, sbloccato da qualsiasi appiglio, stava per andare in profondità.

(red.) Inquinamento e pesca di frodo. Sono le due condizioni che attanagliano il fiume Chiese nella bassa bresciana. Del primo si sa già da tempo e il secondo fenomeno è venuto letteralmente a galla nelle ore precedenti a giovedì 29 agosto a Carpenedolo. La Polizia provinciale di Brescia, su segnalazione di alcuni ciclisti che stavano transitando sulla zona, ha recuperato in acqua una rete attorcigliata che stava per andare in profondità dopo non aver più alcun appiglio al quale reggersi.

La trama era di circa trenta metri e la sensazione è che a piazzarla siano stati alcuni pescatori illegali provenienti dalla vicina provincia di Mantova. Una situazione non nuova, visto che nel 2018 alcuni testimoni avevano fatto fuggire altri appassionati di pesca, ma quella di frodo, nel momento in cui questi stavano realizzando una buca, forse per allestire una rete con cui catturare centinaia di pesci.

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