Doping, nei guai anche un personal trainer bresciano

Lo sportivo di Capriolo dava farmaci agli atleti che frequentavano le "sue" palestre in provincia. E' uno degli arrestati nell'operazione partita da Trento.

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(red.) Tra i destinatari delle nove ordinanze di custodia cautelare emesse ieri, venerdì 28 giugno, nell’operazione contro il traffico di sostanze dopanti, c’è anche un personal trainer bresciano di Capriolo e operativo in diverse palestre della provincia. Si fa riferimento all’indagine “Big Boy” eseguita dai carabinieri del Nas e coordinata dalla procura di Trento per fermare un sodalizio criminoso dedito al commercio di farmaci dopanti e ad effetto stupefacente, all’impiego di procedure dopanti e vietate come l’autoemotrasfusione e all’esercizio abusivo della professione di fisioterapista e dietista, come si legge nell’ordinanza.

Ci sono state anche diverse perquisizioni tra le province di Trento, Bolzano, Brescia, Bergamo, Cremona, Modena e Viterbo e nei guai, tra gli altri, sono finiti anche alcuni medici e direttori di strutture sanitarie private. Il blitz ha portato a sequestrare circa 1.000 confezioni di farmaci che erano rivolti ad atleti delle palestre del nord Italia e per un valore di 30 mila euro.

E alcune di queste sostanze dopanti sarebbero state date anche dal personal trainer bresciano che è stato sottoposto ai domiciliari. L’intero meccanismo partiva dagli ambulatori di due case di riposo in Trentino dove gli sportivi praticavano delle attività non consentite. Agli arresti e indagati si è arrivati dopo che l’indagine antidoping era partita nell’estate del 2018.

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