Truffe agli anziani, 14 chili d‘oro in una casa di Lonato

12 arresti dei carabinieri di Siena e quelli di Desenzano. A Napoli venivano scelti i nomi da raggirare e il tesoretto portato in un appartamento sul Garda.

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(red.) Operazione sull’asse Napoli-Lonato del Garda per i carabinieri e la procura di Siena che hanno indagato su una serie di truffe agli anziani e portando a diversi arresti. Il blitz è scattato ieri, lunedì 24 giugno, all’alba e scoprendo come il sito di stoccaggio e riciclaggio dei guadagni fosse in un appartamento sul lago di Garda. Così sono arrivate 12 ordinanze di custodia cautelare, di cui 11 subito eseguite, da parte dei militari del comando provinciale di Siena. E si è scoperto che si trattava di una vera e propria organizzazione che raggirava gli anziani qualificandosi spesso come avvocati, ovviamente falsi, per un presunto figlio che aveva provocato un incidente stradale.

E tra gli indagati c’è anche un 60enne napoletano residente a Lonato e che ieri all’alba si è visto i carabinieri di Siena con quelli di Desenzano per controllare il suo appartamento. All’interno c’erano 14 chili di oro di ogni genere e che saranno oggetto di una nuova indagine. Proprio il 60enne, con alle spalle precedenti per reati contro il patrimonio, potrebbe essere stato chiamato solo a sorvegliare il tesoretto o a venderlo. In ogni caso, al momento ha incassato solo una denuncia. L’attività della procura toscana era partita dopo una serie di segnalazioni di raggiri dello scorso agosto 2018 contro donne anziane. Si è arrivati così a trovare schede prepagate intestate cittadini pachistani all’oscuro di tutto e da lì si è arrivati all’organizzazione i cui membri sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, truffa, estorsione, favoreggiamento e ricettazione.

I nomi delle vittime da colpire venivano scelti a Napoli e le scuse più frequenti erano quelle di finti carabinieri o avvocati intenzionati a chiedere denaro o gioielli per figli coinvolti in gravi incidenti o omicidi e con il rischio di finire in carcere. A quel punto venivano inviati i corrieri – di solito finti avvocati – per farsi dare il denaro o i gioielli. Addirittura avvenivano i raggiri anche tramite il 112 di cui i sodali chiedevano agli anziani di contattare. A chi veniva inviato alle abitazioni venivano pagati i viaggi da Napoli in treno e il taxi per poi recuperare tutta la merce depredata e da piazzare ai ricettatori.

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