Via Tagliamento, chi era la vittima del monossido

Bruno Delbon, 93 anni, trovato senza vita ieri in bagno dalla figlia. La moglie moribonda era in camera da letto e portata in ospedale. Caldaia la causa.

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(red.) Si chiamava Bruno Delbon, di 93 anni, la vittima del monossido di carbonio che ha riempito gli ambienti dell’appartamento che condivideva con la moglie Rita Bodei al primo piano della palazzina a tre piani al civico 28 di via del Tagliamento a Brescia, in città. A scoprire la tragedia è stata la figlia della coppia che di solito dormiva nella casa dei due coniugi per stare vicina a loro, ma domenica notte 7 aprile era fuori dall’abitazione per partecipare a una festa per un anniversario. Ieri mattina, lunedì 8, intorno alle 9 ha raggiunto di nuovo la casa per assistere i genitori, ma dopo aver aperto la porta dell’appartamento e chiamato i due non ha avuto risposta.

Quindi, si è mossa tra tutte le stanze e ha notato il padre ormai senza vita in bagno e la madre grave, ma ancora viva, nella camera da letto. La donna ha attivato subito il 112 facendo arrivare i sanitari insieme ai vigili del fuoco, a una Volante della questura di Brescia e anche i tecnici dell’Agenzia di Tutela della Salute. Il responso è certo: Delbon è morto dopo aver respirato il pericoloso gas inodore, probabilmente proveniente dalla caldaia a causa di un malfunzionamento. Lo hanno certificato gli operatori antincendio usando un rilevatore in loro dotazione. Anche la moglie, di dieci anni più giovane, era stata colpita dal monossido, ma ancora viva e quindi trasportata in codice rosso in ospedale per essere sottoposta al trattamento in camera iperbarica.

Nel frattempo all’angolo con via Piave si era formato un capannello di persone per capire cosa fosse successo dopo il vasto schieramento di soccorsi e forze dell’ordine. All’interno dell’abitazione di proprietà dei due coniugi, invece, sono state aperte le finestre per arieggiare gli ambienti. Delbon, nato in provincia di Mantova, viveva con la moglie a Brescia dagli anni ’50. Subito dopo aver rilevato la disgrazia, è stato disposto il sequestro dell’impianto di riscaldamento, mentre la procura di Brescia ha aperto un’inchiesta al momento senza indagati.

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