Frode fiscale in Italia, sequestri anche a Brescia

Finanza scopre falsi crediti Iva a compensare debiti che passavano di mano. Al centro di tutto uno studio intestato a due coniugi e dato a due prestanome.

(red.) C’è anche la provincia di Brescia tra le zone d’Italia dove nelle ore precedenti a martedì 9 aprile si è mossa la Guardia di Finanza di Bergamo per una situazione di frode fiscale. Si è partiti indagando su due coniugi bergamaschi, titolari di uno studio di elaborazione dati e già arrestati per reati tributari, che avevano continuato a svolgere l’attività intestando lo studio a prestanome. Tra ispezioni e indagini bancarie gli inquirenti hanno scoperto il meccanismo fraudolento legato a una società riconducibile proprio ai due indagati.

E’ una società dichiarata fallita dal tribunale di Bergamo e si parla di un falso credito Iva generato annotando false fatture. In seguito, con l’intermediazione di due professionisti operanti tra Bergamo e Milano, il finto credito è stato ceduto con specifici contratti a diverse imprese e persone fisiche che lo hanno usato per compensare imposte a debito.

Oppure gli stessi indagati si sono accollati il debito tributario e lo avrebbero compensato con crediti falsi. Nel mirino sono finite 49 tra società e persone fisiche nelle province di Bergamo, Milano, Brescia, Cremona, Venezia, Vicenza, Roma, Napoli e Catania. In tutto sono stati sequestrati 8 milioni di euro dai conti correnti e lo studio della coppia di Bergamo è stato sequestrato. Tra l’altro l’uomo deve scontare una condanna.

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