Leno, fantoccio impiccato alla casa di Desirée

L'episodio avvenuto nei giorni scorsi è stato denunciato dal padre della ragazzina uccisa nel 2002. L'azione in un momento particolare viste le indagini.

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(red.) E’ un episodio inquietante quello avvenuto nelle settimane precedenti a martedì 5 marzo, ma venuto alla luce solo ora e riportato alla ribalta dalle colonne del Giornale di Brescia. Al cancello di casa della famiglia di Desirée Piovanelli a Leno, nel bresciano, è stato trovato un fantoccio con tanto di teschio e appeso come se fosse impiccato proprio alle sbarre del portale d’ingresso all’abitazione. Un probabile atto di intimidazione nei confronti della famiglia se si considera che proprio in questi giorni la vicenda del 2002 è ritornata di nuovo di attualità. Infatti, Maurizio, il padre della ragazzina uccisa a 14 anni nella cascina Ermengarda, proprio la scorsa estate ha presentato un esposto alla procura di Brescia chiedendo di riaprire il caso perché sarebbero emersi nuovi elementi connessi all’indagine.

In pratica, come aveva sempre sostenuto il padre, quel delitto potrebbe non essere stato fine a se stesso, ma connesso a una rete di pedofilia nella quale Desirée sarebbe rimasta vittima. Per quei fatti vennero condannate quattro persone, di cui tre allora minorenni e che hanno scontato la pena e si sono rifatti una vita. Il quarto, invece, è l’adulto Giovanni Erra che si è rifatto sentire dal carcere in cui è detenuto e chiedendo, tramite il proprio legale, la revisione del processo perché dice di sapere chi potrebbe essere il mandante di quel delitto. Ma nel frattempo in questo panorama indiziario di certo non aiuta l’atto intimidatorio avvenuto nei giorni scorsi. Il padre ha deciso di denunciarlo subito ai carabinieri spingendo il sostituto procuratore Donato Greco ad aprire un’inchiesta. Collegata a quella principale in mano a Barbara Benzi su quanto accaduto alla ragazzina 17 anni fa.

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