Caporalato nei campi, altri tre arrestati

Un pakistano che reclutava i richiedenti asilo e due rappresentanti di una società che fornisce servizi a imprese agricole. Era partito tutto a settembre.

(red.) Nelle ore precedenti a martedì 26 febbraio tre uomini sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine della Polizia Locale di Montichiari per caporalato. Si tratta di un pakistano di 34 anni e due bresciani di 44, questi ultimi rappresentanti di una società che fornisce servizi alle aziende agricole. Tutti e tre, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare di cui scrive il Giornale di Brescia, sono ritenuti soggetti socialmente pericolosi perché avrebbero condotto questa attività illecita in modo sistematico. Impiegavano diversi lavoratori, soprattutto richiedenti asilo pakistani, nel raccogliere frutta e verdura nei campi della Franciacorta. Ma a fronte di 7 ore di lavoro al giorno gli addetti incassavano meno di 30 euro, in più una piccola pausa e sola una brioche.

Questa attività si svolgeva in particolare nel periodo della vendemmia quando il pakistano arrestato, su ordine degli altri due bresciani, reclutava connazionali e dava loro gli attrezzi del mestiere per operare nei campi. Proprio i due rappresentanti dell’azienda di Passirano, invece, si occupavano dell’organizzazione per conto delle imprese agricole richiedenti e davano uno stipendio, rigorosamente in nero, che era il 40% in meno rispetto a quello previsto dalla legge. Tuttavia, nel corso dell’indagine sono anche emersi elementi che hanno visto buste paga difformi rispetto alle ore di lavoro indicate dagli addetti solo su alcuni pezzi di carta.

L’intera inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani era scattata lo scorso 21 settembre nel momento in cui la Polizia Locale di Montichiari aveva arrestato un altro bresciano titolare di un’azienda di frutta e verdura e trovando tre lavoratori sfruttati. Insieme al bresciano finirono in manette anche due indiani e un pakistano per caporalato e in quanto reclutavano il personale. Dalle testimonianze dei lavoratori si è poi arrivati alla più recente realtà bresciana di Passirano con la quale gli addetti avevano ammesso di aver firmato dei contratti. Quindi, si è arrivati ai tre nuovi arresti.

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