Arresto dopo evasione, tradito da chiamata a ragazza

Marius Marmara si è fatto prestare sul treno un cellulare con cui aveva dato appuntamento alla ragazza ad Affori, a Milano. Traccia decisiva per le manette.

(red.) Una telefonata alla fidanzata. Questo ha permesso agli agenti di Polizia della Squadra Mobile di arrestare il 30enne rumeno Marius Marmura che martedì mattina 12 febbraio, intorno all’ora di pranzo, aveva eluso la sorveglianza della Penitenziaria scappando dal tribunale di Brescia dove era in programma un’udienza del suo processo. Ma la sua fuga è durata circa dodici ore e alle 23,37 è arrivata la notizia dell’arresto del latitante a Milano. Nella provincia meneghina l’uomo ha parenti tra Corsico e Paderno Dugnano e quando è stato bloccato, a bordo di un treno diretto proprio a Milano, era seduto con altri conoscenti e quasi giunto alla sua destinazione. Ma non è stato nemmeno così semplice identificarlo, visto che rispetto alle foto segnaletiche non aveva più la barba. E a questo punto è da ricostruire nei dettagli cosa abbia fatto in quelle dodici ore e se qualcuno gli abbia dato del supporto logistico.

Anche perché sarebbe impensabile che, dopo essere fuggito dal palazzo di giustizia, sia riuscito da solo a salire su un convoglio regionale senza soldi e documenti. Non aveva nemmeno il cellulare, tanto da chiederlo in prestito a un utente a bordo del convoglio e con il quale ha avvisato la fidanzata del fatto che sarebbe giunto alla stazione della metropolitana Affori, sulla linea 3 di Milano. Una traccia decisiva, visto che il telefono della donna era sotto controllo, permettendo alle forze dell’ordine di arrivare al punto di incontro prima della stessa fidanzata e quindi di arrestare il malvivente. L’uomo deve scontare una sentenza definitiva per quanto ha commesso in Romania, ma ha anche una serie di precedenti e condanne a 3 anni di reclusione per furti e risse nel milanese. Subito dopo il fermo è stato condotto nel carcere di San Vittore e saranno avviate le procedure per riportarlo a Brescia dove martedì 19 febbraio sarà sottoposto all’udienza che era in programma martedì.

Ma le indagini degli inquirenti non si fermano, perché si cerca chi gli avrebbe prestato il cellulare e anche identificare chi potrebbe avergli garantito la copertura. Infatti, pare che all’appuntamento con la donna non dovesse esserci solo il 30enne, ma anche un complice che è riuscito a scappare. Le nuove manette poste ai polsi dell’uomo e che era stato in grado di sfilarsi quelle precedenti hanno portato soddisfazione tra gli inquirenti e le forze dell’ordine. Tuttavia, il Codacons ha annunciato un esposto alla procura di Brescia parlando di “vicenda paradossale se si considera il luogo in cui è avvenuta l’evasione. La fuga ha evidentemente mostrato una nuova falla nel sistema di sicurezza cittadino ed esposto a rischi la collettività”.

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