Borno, incendio distrugge il rifugio Capanna Plai

Sabato sera le fiamme hanno ridotto in cenere lo storico ristorante per gli sciatori, a ridosso delle piste. Spento solo ieri mattina. Morti anche due cani.

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(red.) Lo storico rifugio-ristorante Capanna Plai di Borno, in alta Valcamonica, nel bresciano, non esiste più. Se lo è divorato un imponente incendio divampato nella prima serata di sabato 9 febbraio quando le vicine piste da sci erano ormai chiuse da alcune ore e la stessa struttura era stata lasciata dai titolari scesi in valle. E’ successo tutto intorno alle 19,45 quando sul posto erano rimasti solo alcuni operai della Borno Ski Area intenti a effettuare gli ultimi lavori come battipista. A un certo punto si sono accorti della presenza di fumo proveniente dal rifugio e hanno quindi allertato i vigili del fuoco, trasportando in quota i loro uomini e le attrezzature necessarie.

In condizioni complicate, tra l’altezza, il buio e la neve, ci sono volute nove ore di lavoro e l’acqua ricavata dal laghetto di Pian D’Aprile per domare le fiamme e l’intervento si è concluso solo ieri mattina, domenica 10. Presenti sul posto i vigili del fuoco di Darfo Boario e Breno, mentre non c’è stato nulla da fare per due cani impiegati come guardia del rifugio e che sono morti nel rogo. A effettuare i rilievi sono stati i carabinieri accertando il fatto che l’incendio dovrebbe essere partito da un corto circuito all’impianto elettrico e che ha compromesso l’intera struttura in legno, con il rischio anche per l’amianto.

Del rifugio non è rimasto più nulla, se non i pilastri, mentre gli arredi e gli elettrodomestici sono stati ridotti in cenere per danni da decine di migliaia di euro. Nessuna conseguenza, invece, per gli impianti di risalita che restano aperti. Nei momenti successivi all’accaduto anche il Comune di Borno ha espresso solidarietà alla famiglia di titolari del rifugio. “Esprimo tutta la mia tristezza alla famiglia Filippi e in modo particolare a Ruben per la distruzione dello chalet. Consapevole di quanti anni di duro lavoro e grandi sacrifici siano stati profusi per portare il rifugio all’eccellenza – ha detto – ho la grande speranza che possa risorgere presto più accogliente di prima”.

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