Brescia, a esame guida con trucchi e documenti falsi

Martedì mattina l'episodio per un 30enne sudamericano beccato con microcamere e bluetooth. Per gli addetti ai lavori c'è un caso del genere a settimana.

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(red.) Lo scorso martedì mattina 29 gennaio alla Motorizzazione Civile di Brescia era in corso, come di consueto, un esame per ottenere l’abilitazione teorica e quindi poi passare a quella pratica. Ma tra i candidati c’era anche un personaggio sospetto, almeno nel modo in cui si comportava. Il capo della commissione che teneva controllata l’aula d’esame si era già accorto nel momento in cui quell’individuo aveva presentato tre foto come propria identità, ma seppur somiglianti in nessuna di quelle era parso essere la persona inserita dal documento. Ma i sospetti sono aumentati nel momento in cui l’esaminatore ha poi notato degli atteggiamenti particolari da parte del candidato.

Così in una sala vicina sono stati allertati gli agenti della Polizia Stradale di Brescia che hanno raggiunto il posto in borghese. Al termine dell’esame hanno scoperto che quella persona, un 30enne sudamericano, stava sostenendo la prova di teoria al computer al posto di un altro soggetto e in più dotato di ogni tecnologia. Perquisito, addosso gli è stata trovata una piccola telecamera con la quale riusciva a inviare tramite wifi le schermate delle domande di esame a chi si trovava all’esterno. E in quel modo riceveva via audio in auricolare le risposte. E da come fanno sapere dagli uffici di via Grandi, non si tratta del primo episodio, ma addirittura di un caso alla settimana.

Sono cittadini stranieri che spesso non parlano italiano e che si presentano al posto di esame anche con microcamere negli orologi o penne che vibrano in base alla correttezza della risposta. Gli esaminatori, se non riescono a trovare questi casi durante le sessioni teoriche, lo fanno invece al momento della pratica quando comprendono che i candidati non hanno alcuna nozione sul Codice della Strada. E si è anche scoperto che chi si presenta cercando di ottenere la patente con il raggiro arriva a spendere fino a 3.500 euro. Alla base di tutto, secondo la Polizia Stradale che indaga, ci sarebbe un’organizzazione formata da pakistani e indiani. Così africani e cinesi si rivolgono al gruppo per ottenere il titolo di guida. Ma incappando in reati che vanno dalla truffa all’induzione in errore di pubblico ufficiale, rilascio di false generalità e associazione a delinquere.

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