Stefania Crotti, era viva quando è stata bruciata?

Dai primi elementi dell'autopsia pare sia stato trovato del fumo nei polmoni della vittima. Quindi, potrebbe essere stata abbandonata moribonda a Erbusco.

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(red.) Non ci sono ancora dati certi, ma c’è la sensazione che nel caso di Stefania Crotti, la donna 43enne bergamasca di Gorlago trovata morta carbonizzata venerdì scorso 18 gennaio tra le campagne di Erbusco, nel bresciano, fosse stata uccisa proprio dal rogo in quella terra della Franciacorta. E’ quanto emerge dalle prime indiscrezioni seguite all’autopsia effettuata sui resti della vittima. Infatti, all’interno dei polmoni sarebbe stato trovato del fumo, quindi sarebbe la conseguenza dell’idea che la donna abbia respirato, cioé fosse ancora viva, nel momento in cui era stata abbandonata moribonda.

Nel caso in cui questa pista dovesse essere confermata, si parlerebbe del delitto di Erbusco e sarebbe la procura di Brescia ad avere il pieno titolo di indagare. Al momento proprio in città è aperto un fascicolo, da parte del sostituto procuratore Teodoro Catananti, per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e distruzione di cadavere. E per il delitto resta detenuta nel carcere di Verziano in città la ex amante del marito Chiara Alessandri.

Proprio lei ha confessato di aver avuto la lite con la donna nella sua casa di Gorlago, nella bergamasca, ma ha sempre smentito di aver dato fuoco al corpo. Nel frattempo giovedì 24 gennaio è stato di nuovo sentito dai magistrati di Brescia l’amico della presunta assassina che una settimana prima era stato mandato a reclutare Stefania Crotti con una scusa e facendole pensare che il marito volesse cercare di tornare alla pace insieme. Ma di non sapere quali fossero i piani dell’amica. E ieri, venerdì 25 gennaio, gli inquirenti sono tornati a Gorlago per compiere altri accertamenti.

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