Villanuova, sequestro e fuga. Ricerche tra boschi

Abdelouahed Haida ha primo preso un operaio della Saf, poi un suo collega a Gavardo. Quindi fino a Villanuova. Al centro un motivo passionale per una donna.

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(red.) I fatti sono accaduti martedì sera 15 gennaio, ma la notizia si è diffusa solo ieri, mercoledì, in serata, tanto da far diventare il territorio bresciano un caso nazionale. Il dato certo è che tra i boschi del santuario della Madonna della Neve a Villanuova sul Clisi, in Valsabbia, un sequestratore sta tenendo in ostaggio un uomo di 45 anni e pare per motivi di gelosia. Ma tutto, come detto, era partito, martedì sera. Intorno alle 22 in via Industriale a Muscoline, nel piazzale della fabbrica Saf che si occupa di stampaggio a freddo, un uomo di 37 anni, Abdelouahed Haida – il sequestratore – marocchino e con qualche precedente – irrompe armato di pistola mentre un dipendente è in auto e sta per uscire dall’azienda al termine del turno di lavoro.

Daniele, questo il nome dell’addetto, viene minacciato e obbligato a guidare, con al fianco il nordafricano, fino a Gavardo. Infatti, l’obiettivo del sequestratore non era quell’addetto, ma un suo collega. Giunti a destinazione nel paese valsabbino, lo straniero ha ordinato all’ostaggio di telefonare a Mirko Giacomini, collega della Saf dove lavora da 25 anni. Il dipendente scende così da casa e si trova di fronte all’auto in cui viene obbligato a salire. Poi la corsa è proseguita fino al santuario della Madonna della Neve dove a Daniele è stato chiesto di consegnare il cellulare e subito dopo il sequestratore e Giacomini sono scesi, per poi raggiungere i boschi. A quel punto Daniele in auto arriva alla stazione dei carabinieri di Gavardo per denunciare quanto era appena accaduto e facendo scattare le indagini. E a quel punto che partono le ricerche e si tenta di capire se l’uomo abbia fatto tutto da solo, oppure con un complice e quale tipo di arma abbia.

Daniele è stato sentito per tutta la giornata di ieri, mercoledì, in caserma, mentre le ricerche non hanno ancora dato alcun risultato. Quale sarebbe il motivo di questa situazione? Pare che Giacomini abbia dato alcuni passaggi in auto a una donna che aveva lavorato nel periodo estivo nella fabbrica dopo un contratto interinale. E la donna, italiana, è l’ex compagna del marocchino. E’ probabile che quei passaggi siano stati fraintesi come una relazione da Haida che ha deciso di sequestrare l’operaio. Nel momento in cui si è diffusa la notizia, si sono moltiplicate le pattuglie dei carabinieri nella zona di Villanuova. E nel frattempo per oggi, giovedì 17, il prefetto di Brescia Annunziato Vardé ha convocato un tavolo tecnico delle forze dell’ordine per capire come muoversi e fare il punto della situazione insieme a carabinieri, Polizia, Soccorso alpino e Protezione Civile con il procuratore aggiunto Carlo Nocerino.

Nel quartiere di via Schiave a Gavardo dove vive Giacomini si era capito che qualcosa non andava ieri mattina, mercoledì, nel momento in cui più pattuglie delle forze dell’ordine avevano raggiunto l’abitazione dell’uomo sequestrato. Poi si era diffusa la notizia del fatto che il 45enne non si trovava da nessuna parte. Si tratta di una persona riservata e discreta, tanto da non aver mai destato sospetti in paese ed è per questo motivo che il quartiere è rimasto attonito per l’accaduto. E intanto, per non lasciare nulla al caso, anche la casa della donna vittima della gelosia del 37enne a Villanuova è stata pattugliata. Sconcerto si respira anche all’interno della fabbrica, tanto che l’amministratore delegato della Saf Emanuela Perini, interpellata dalla stampa, ha parlato di scene da film. “Giacomini lavora da 25 anni qui e non ha mai dato problemi – dice – il fatto di essere generoso lo avrà spinto a concedere i passaggi alla collega”. La causa certa, quindi, è passionale, ma al momento non si hanno notizie di sequestratore e sequestrato.

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