Bione, 1.000 uccelli da vendita. Guai padre e figlio

Un bracconiere con il figlio cacciatore aveva piazzato reti e trappole catturando specie protette che sarebbero state destinate a famiglie e ristoranti.

(red.) Nei giorni precedenti a sabato 27 ottobre i carabinieri forestali bresciani della stazione di Vobarno sono stati impegnati in una serie di controlli per il contrasto al bracconaggio e infatti non sono mancati i risultati. Un 52enne con il figlio 23enne cacciatore sono finiti nei guai per aver catturato migliaia di uccelli protetti e destinati alla vendita a famiglie e ristoranti. Si tratta di 1.140 esemplari selvatici che erano già stati messi in pacchetti e porzioni per la vendita nel territorio della Valsabbia. E tutti erano stati catturati in modo illecito.

Infatti, i militari lo hanno scoperto controllando boschi e strutture legate al bracconiere. Sono stati così trovati cinque siti da uccellagione dove erano state piazzate decine di metri di reti e altre trappole, oltre a decine di gabbie con richiami vivi e tutti di specie protetta. La maggior parte di questi sono stati liberati, mentre altri sono stati affidati a dei centri specialistici di recupero. Si è anche verificato che il 52enne non aveva mai conseguito la licenza di caccia, alimentando l’elenco di reati per il quale è stato denunciato insieme al figlio.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.