Polmonite, gli aggiornamenti: i casi salgono a 250

Pare sia la legionella a provocare il contagio di massa tra bassa bresciana, cremonese e mantovano. Inizio di anno scolastico confermato, ma resta paura.

(red.) Legionella. Potrebbe essere questo batterio la causa dell’epidemia di polmonite che sta colpendo la Bassa bresciana orientale e anche alcuni paesi delle province di Mantova e Cremona. Lo dice l’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera dopo un vertice al Pirellone lunedì 10 settembre e per fare il punto della situazione. Nel frattempo, parlando di numeri, anche se risultano tutti da confermare, sembrano siano diventati oltre 250 i casi di persone colpite da polmonite. Su tutto questo la procura di Brescia tramite il magistrato Maria Cristina Bonomo ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa, affidandosi al Nas dei carabinieri per effettuare tutte le verifiche. In campo ci sono tutte le realtà coinvolte, dall’Agenzia di Tutela della Salute e fino all’Arpa e anche l’Ordine Nazionale dei Biologi si dice pronta ad attivare una task force per capire con esattezza di quale batterio si tratti.

E il fatto che potrebbe essere legionella viene confermato dall’aumento dei casi di persone colpite, come un 29enne bresciano di Roé Volciano che è stato trasferito in gravi condizioni all’ospedale San Gerardo di Monza. Mentre altre due, di 57 e 58 anni, sono state portate dal presidio di Montichiari al Civile di Brescia. L’Arpa si sta occupando di controllare la qualità dell’aria, mentre altre verifiche tra prelievi e analisi interessano il fiume Chiese che attraversa buona parte della Bassa bresciana, così come i gestori idrici, gli acquedotti e i pozzi. Infatti, il mistero riguarda il fatto che sono stati colpiti vari soggetti in una ventina di Comuni bresciani e in altri sette nel mantovano e cremonese anche se non condividono le stesse fonti d’acqua.

Da lunedì 10 settembre nei vari ospedali sono anche partite le interviste ai degenti per capire se possano aver contratto il batterio frequentando gli stessi luoghi di aggregazione. Insomma, nulla è lasciato al caso, mentre i primi risultati scientifici sono attesi nell’arco di alcuni giorni. In questo scenario è scattata anche la psicosi di massa, con la fila nei supermercati per acquistare bottiglie di acqua nonostante l’Ats rassicuri sul fatto che il batterio non si può contrarre bevendo dal rubinetto di casa. C’è poi chi chiede giustizia e informazioni per capire cosa abbia ucciso le due vittime di Carpenedolo e Mezzane di Calvisano, anche loro rimaste contagiate. In tutti i paesi colpiti la popolazione è in attesa di avere notizie per come muoversi, tra apprensione e disorientamento. A Remedello, per esempio, è persino il prete in chiesa durante la messa a divulgare i principi dell’Ats, mentre a Calvisano si analizzano le falde che alimentano i pozzi.

E sarebbe stato scongiurato anche il rinvio dell’inizio dell’anno scolastico, visto che tutti gli istituti sono stati disinfettati e trattati dai sanitari. Dal momento che nessun Comune ha lanciato un allarme in questo senso, l’inizio delle scuole da mercoledì 12 settembre è stato quindi confermato. Ma in giornata si attendono ulteriori comunicazioni. E nel frattempo negli asili dove le lezioni sono già iniziate, i bambini bevono dalle bottiglie d’acqua acquistate dai genitori. Intanto qualche esperto aspetta prima di parlare di epidemia perché ancora non si è scoperto di cosa si tratta e di certo l’acqua potrebbe essere stata un vettore nella trasmissione. L’intera situazione sta provocando dei malumori anche a livello politico, con il consigliere regionale del Partito Democratico Gianantonio Girelli che chiede all’assessore Gallera di riferire in aula. Infine, sarebbero arrivati i primi aggiornamenti anche sulla moria di anatre alla Fossa Magna di Carpenedolo. Secondo l’Istituto Zooprofilattico, non si tratterebbe di aviaria, ma di intossicazione da botulino presente nel corso d’acqua.

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