Polmonite, si valuta di rinviare l‘inizio delle scuole

Altri ricoverati domenica negli ospedali e si contano 27 paesi coinvolti, di cui diciotto bresciani. Si faranno dei test sul fiume Chiese e pozzi privati.

(red.) Polmonite, legionella e 138 persone residenti in ventisette Comuni – diciotto bresciani e quelli delle province confinanti – che si trovano ricoverati negli ospedali. Cioè diciassette nuovi casi scoperti rispetto a sabato 8 settembre e con l’aumento dei ricoveri nelle varie strutture sanitarie. Questa è la dimensione che sta vivendo la Bassa bresciana orientale dopo la scoperta dei casi di polmonite in un periodo che di solito ne conta al massimo un paio. Sono in molti a parlare di una vera e propria epidemia, anche se le autorità sanitarie vogliono vederci chiaro per capire cosa abbia indotto centinaia di persone ad ammalarsi tutte nello stesso momento e per una sindrome che solitamente si presenta con il freddo.

In questo panorama la procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per capire cosa stia succedendo, mentre domenica 9 settembre altre 22 persone sono state portate negli ospedali tra Manerbio e Montichiari. E pare essere scoppiata la psicosi, visto che chi ha i primi sintomi si rivolge subito al pronto soccorso o al proprio medico di base che stanno facendo gli straordinari per questa situazione. Tra i colpiti ci sono anche una ragazza residente a Montichiari, mentre i contagiati risultano essere oltre 200, di cui due abitanti di Isorella e Calcinato che non erano stati toccati dall’epidemia. Nel mirino c’è il batterio che ha provocato tutto questo e che si sta cercando. Si sono registrate anche due vittime, di cui un pensionato 85enne di Carpenedolo che si trovava in una casa di riposo a Palazzolo e una 69enne di Mezzane di Calvisano. Su questa è stata disposta l’autopsia, mentre per il primo è stato eseguito subito il nulla osta. Di certo sabato i tecnici hanno voluto effettuare i controlli nelle loro abitazioni con Ats, Acque bresciane e la Polizia Locale alla ricerca delle cause. Nella giornata di lunedì 10 saranno compiuti altri test per capire se i due siano deceduti per l’acqua che scorre nei rubinetti o altro.

Sul fronte della legionella, resta grave il 55enne di Carpenedolo dipendente di Poste Italiane e ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano. Ma pare che questo batterio della legionellosi non abbia nulla a che fare con la polmonite, visto che sono stati riscontrati solo due casi ed entrambi ricoverati in terapia intensiva all’ospedale Civile di Brescia. Ed è anche difficile che il virus si diffonda attraverso l’acqua. Si valuta anche di controllare il fiume Chiese e i suoi affluenti, così come i pozzi privati cui fanno riferimento numerosi residenti. Al momento la mappa stilata dalla Regione Lombardia sui territori contagiati include il bresciano tra 34 situazioni a Carpenedolo, 26 a Montichiari, 20 a Calvisano, 11 a Remedello, 9 ad Acquafredda, 3 a Ghedi, 2 a Desenzano del Garda, Isorella, Lonato e Visano e 1 ad Alfianello, Calcinato, 2 a Fiesse, 1 a Leno, Montirone, Polpenazze del Garda, Sabbio Chiese e Sirmione. Tra le altre province si parla di 7 casi ad Asola, 3 a Castiglione delle Stiviere, 1 a Canneto sull’Oglio, 1 a Casalmoro, 1 a Guidizzolo, 1 a Frascarolo, 1 a Porto Mantovano, Drizzona, Casalmaggiore e Ostiano.

Dall’Agenzia di Tutela della Salute di Brescia tramite il direttore generale Carmelo Scarcella fanno sapere che sono in corso tutte le indagini conoscitive sull’acqua e che nell’arco di dieci giorni arriveranno i risultati. Mentre l’assessore lombardo alla Salute Giulio Gallera cerca di rassicurare tutti dicendo che non ci sono problemi nel consumo alimentare dell’acqua, anche se parte di molti è partita la corsa a rifornirsi nei supermercati. Sempre da lunedì 10 partiranno anche le interviste ai degenti per sapere cosa hanno fatto negli ultimi giorni e capire se ci sia un punto di contatto. Tutto al momento resta un mistero, anche perché in zone dove i gestori idrici e gli acquedotti sono diversi e non connessi. E in questo panorama, anche se si vuole cercare di evitare l’ordinanza, nei territori coinvolti potrebbe essere deciso lo slittamento dell’inizio dell’anno scolastico che è previsto da mercoledì 12 settembre.

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