Mazzette dai migranti per atti, addetto sospeso

Un dipendente dello Sportello Unico dell'Immigrazione di Brescia avrebbe incassato fino a 500 euro per rilasciare i documenti a una ventina di stranieri.

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(red.) Dalla giornata di venerdì 25 maggio e per i successivi sei mesi un dipendente pubblico del Comune di Brescia, operativo allo Sportello Unico dell’Immigrazione di via Lupi di Toscana, è sospeso dal suo incarico. Lo ha deciso il giudice delle indagini preliminari del tribunale bresciano Alessandro D’Altilia nei confronti dell’addetto che è accusato di concussione, corruzione, truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Dell’inchiesta che ha portato a questo risultato ne dà notizia il Giornale di Brescia. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e con il braccio destro dei carabinieri della compagnia di Brescia. Si è scoperto che per un anno intero, nel corso del 2017, il dipendente avrebbe incassato dai 200 ai 500 euro per ogni pratica presentata da almeno una ventina di immigrati per ottenere le credenziali e avviare il ricongiungimento familiare.

Tra l’altro addetto era tornato operativo alla fine del 2017 e nei suoi confronti il magistrato ha chiesto persino, ma non ottenuto, l’ordinanza di custodia cautelare. Quindi, per lui solo una sospensione. Con lui risultano indagate altre dieci persone, cioè migranti che sapevano di non avere le credenziali per ottenere i documenti, ma che riuscivano a ottenerli o a velocizzare la pratica pagando di nascosto il dipendente. Peccato che i carabinieri se ne siano accorti.

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