Montichiari, timbrano ma lavorano a teatro

Tre dipendenti comunali denunciati e sospesi per tre mesi. Due di loro attestavano presenza in ufficio, ma aiutavano a scaricare i camion delle compagnie.

(red.) Tre dipendenti del Comune bresciano di Montichiari sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato, falsa attestazione e peculato. Sarebbero, come vengono chiamati comunemente ora, tre “furbetti del cartellino”. Infatti, da novembre del 2017 a febbraio del 2018 si sarebbero presentati come ogni mattina in ufficio per attestare la loro presenza, ma poi uscivano e raggiungevano il teatro Bonoris per aiutare le compagnie teatrali di scena a scaricare la merce, scenografie e attrezzature varie dai loro camion. Questa situazione è emersa dopo una segnalazione anonima che ha spinto la Polizia Locale di Montichiari a verificare.

Così, su autorizzazione del sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani a capo dell’inchiesta, sono state installate delle telecamere nascoste nella zona della macchinetta dei cartellini, effettuati pedinamenti fotografici dei tre e analizzato anche le immagini riprese dalle telecamere installate al teatro Bonoris. Quindi, incrociando gli elementi, si è scoperto come i tre agivano. Ma c’è di più. Di fatto erano due quelli che raggiungevano il teatro per svolgere il servizio di facchinaggio non autorizzato e durante le ore in cui sarebbero dovuti essere in ufficio. Ma pare che usassero per motivi personali anche alcuni furgoni o camion del Comune.

E il terzo accusato, responsabile del personale, avrebbe dato la disponibilità al teatro Bonoris per far impiegare i due addetti. Tra l’altro, arrotondando lo stipendio attraverso le mance personali e facendosi autorizzare come straordinari le ore di lavoro che svolgevano aiutando il teatro. E anche dalla società Montichiari Multiservizi Srl che gestisce il Bonoris e ha una convenzione con il Comune negano che vengano concessi questi tipi di comportamenti. E questi episodi sarebbero decine secondo gli inquirenti che hanno verificato. I tre sono stati denunciati a piede libero e anche sospesi per tre mesi dal lavoro.

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