Balsamo, una delle peggiori tragedie nel bresciano

Due vittime, la fuga di 100 km e il suicidio passando da Flero a Vobarno e Azzano Mella. Ecco nei dettagli cosa è successo e le possibili cause del dramma.

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(red.) Alle 10,50 l’omicidio a Flero, intorno alle 12,30 la seconda vittima a Carpeneda di Vobarno e infine, alle 15,30, l’ultimo conflitto a fuoco con i carabinieri prima di spararsi, su un pick-up, un colpo di pistola alla testa. E’ la sintesi, per istanti, di quanto accaduto nella tragica giornata di mercoledì 4 aprile nell’arco di un paio di ore alle quali la provincia di Brescia non aveva mai assistito prima. L’artefice di tutto questo è stato Cosimo Balsamo, 62enne originario di Brindisi e residente a Roncadelle, nel bresciano. Con alle spalle diverse vicende giudiziarie – soprattutto la condanna per furto, ricettazione e riciclaggio nel 2009 avendo fatto parte della banda che agli inizi degli anni 2000 rubava tir carichi di metalli – ha voluto mettere in campo la propria vendetta contro chi era stato suo coimputato a quel processo.

Premeditando l’azione, ha caricato un borsone con un fucile e varie pistole e in bicicletta ha raggiunto, da Roncadelle, la SGA Srl di via Galvani a Flero, intorno alle 11. Qui, dopo esserselo fatto chiamare, ha gridato “mi hai rovinato” e ucciso a colpi di fucile l’imprenditore in pensione Elio Pelizzari, 78 anni, titolare della PG Metalli che si trova a pochi metri dalla SGA. Nella stessa dinamica ha anche ferito alle gambe un altro operaio, Giampietro Alberti, poi operato in ospedale. Capito che si trattava di una sparatoria, dopo la quale Balsamo ha iniziato la fuga su un’auto rubata, è scattato il dispositivo d’allarme in tutta la provincia e in quelle vicine. Subito si è riunito il tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura mobilitando cento uomini dei carabinieri e della Polizia Locale che hanno predisposto posti di blocco e controllato tutti i punti strategici per cercare Balsamo in fuga.

Nello stesso momento è stato anche messo in sicurezza il tribunale e attuate misure di sorveglianza speciale nei confronti dei magistrati bresciani che si erano occupati del processo con le relative condanne. Con l’uso di un elicottero, sono stati anche controllati i dintorni della villetta di via Pertini a Roncadelle dove il killer abitava. Oltre un’ora e mezza dopo l’episodio di Flero, si arriva a Carpeneda di Vobarno dove con due pistole e quattro colpi Balsamo individua l’artigiano 61enne James Nolli – anche lui coinvolto nel processo sulla banda dei tir – e lo uccide. La sua fuga a bordo di un pick-up prosegue fino ad Azzano Mella dove si verifica un altro conflitto a fuoco, stavolta con i carabinieri e poi, braccato, si rifugia nel parcheggio di un supermercato dove si è tolto la vita.

Pare che il killer suicida abbia agito in questo modo contro chi, come invece era successo a lui, non si vedeva contestata l’accusa di ricettazione che aveva portato a confiscare i suoi beni. Tanto poi da inscenare una protesta salendo sulla tettoia del tribunale di Brescia e, in un’altra circostanza, mettendo dei proiettili e un messaggio di minacce sulla bicicletta di un magistrato. Tra l’altro, martedì, il giorno prima della tragedia, era stato multato dalla Polizia Locale perché si muoveva sulla sua moto che gli era stata confiscata. Ma di certo sono ancora diversi gli interrogativi ai quali le forze dell’ordine stanno cercando di dare una risposta per comprendere una delle maggiori tragedie avvenute nel bresciano.

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